La Fed prepara una mossa sull’inflazione che potrebbe fungere da “martello” per il futuro delle crypto e gli asset di rischio. Mentre Bitcoin (BTC) affronta un’altra settimana di annunci macro “enormi” dopo aver registrato la chiusura settimanale più bassa da luglio.
Dopo giorni di perdite a seguito degli ultimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti, il prezzo di BTC non è riuscito a riprendersi. La criptovaluta più grande deve ancora riuscire a mettersi alle spalle la soglia dei $ 20.000 e, all’inizio della terza settimana di settembre, il pericolo è ancora una volta che quel livello possa fungere da resistenza.
I rialzisti hanno molto di cui preoccuparsi: nei prossimi giorni la Federal Reserve deciderà sul prossimo rialzo dei tassi, un evento che influenzerà il mercato ben oltre una semplice questione di “sentiment”.
Inoltre, le conseguenze del merge di Ethereum (ETH) continuano a manifestarsi, mentre la scomparsa dell’exchange Mt. Gox, e i rimborsi dovuti ai suoi creditori, aggiunge un’altra potenziale nuvola nera al panorama delle criptovalute.
Gli esperti di Finaria hanno esaminato cinque potenziali fattori da tenere d’occhio durante la prossima settimana.
L’aumento del tasso della Fed
L’evento principale della settimana si presenta sotto forma della decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse. Dopo che il dato sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di agosto è diventato “più caldo” del previsto, la Fed è sotto pressione e deve garantire un’adeguata risposta.
Pertanto, il mercato prevede un aumento minimo di 75 punti base e non sta negando le possibilità che si possano aumentare i tassi anche di 100 punti base, secondo quanto riferito dal CME FedWatch Tool.
Un aumento di 100 punti sarebbe il più grande aumento dei tassi della Fed dall’inizio degli anni ’80.
Il Federal Open Market Committee (FOMC) si riunirà dal 20 al 21 settembre e pubblicherà una dichiarazione a conferma dell’aumento e del sostegno all’azione intrapresa dalla Fed. “La Fed non mollerà presto la presa, ed è un semplice fattore umano perché oggi sappiamo già quali sono state le conseguenze ottenute in passato per aver mollato troppo presto”, ha affermato Mike McGlone, senior stratega presso Bloomberg Intelligence.
Dal crollo del marzo 2020, la crescita degli asset di rischio è stata troppo marcata, e ora è molto chiaro che un’inversione di tendenza prenderà piede.
“Le criptovalute saranno protagoniste nel ripristino generale del mercato e alla fine Bitcoin ne uscirà bene“, ha continuato McGlone. “Anche l’oro sovraperformerà, ma per entrambi è necessario che ci sia prima un periodo doloroso”.
Purtroppo, per fermare la FED, è necessario che venga posto un freno agli asset di rischio.
Un aumento di 100 punti base questa settimana accelererebbe quel processo, e ora anche le banche centrali al di fuori degli Stati Uniti sono pronte a fare lo stesso, dopo che queste erano inizialmente restie a usare l’aumento dei tassi per combattere l’inflazione.
“In tempi come questo, con grande incertezza su tutti i fronti, il mercato crypto non farà molto senza il permesso del mercato azionario”, ha aggiunto l’analista Kevin Svenson.
Il prezzo spot scende ancora
L’ultima settimana ha visto un vento sfavorevole per Bitcoin, portando i prezzi di BTC a scendere lentamente.
BTC/USD ha perso oltre $ 2.000 in una singola candela settimanale, chiudendo sotto i $ 20.000 in quella che è la chiusura più bassa da luglio, secondo i dati di Coinmarketcap.
La chiusura è stata seguita da una forte flessione in cui il cambio è sceso sotto i $19.000.
Il sentimento ribassista è forse comprensibile: il Merge di Ethereum è diventato un evento di “sell the news” e, insieme ad altri fattori macro, ha contribuito a far perdere valore agli asset rischiosi.
Un grafico di accompagnamento ha mostrato lo stato di avanzamento del Binance order book, con un supporto di Bitcoin a circa $ 19.800 dal momento che non è riuscito a sostenere la price action.
Il giorno prima, Material Indicators aveva argomentato che non aveva senso immaginare che sarebbe stato possibile evitare una caduta maggiore. A giudicare dall’order book, l’offerta non è ancora abbastanza forte da supportare i livelli attuali.
Pensando a quando potrebbe verificarsi un macro bottom, il famoso trader Cheds ha scommesso sul quarto trimestre di quest’anno, descrivendo Bitcoin come “sulla buona strada” per raggiungere l’obiettivo.
Il dollaro USA è al di sotto del picco pluridecennale
Nel frattempo, in prossimità di un potenziale massimo è il dollaro USA, che è rimbalzato dalle perdite registrate dopo il report sul CPI.
Un classico vento contrario alle criptovalute, infatti l’indice del dollaro USA (DXY) si trova attualmente a poco meno di 110, dopo essersi consolidato per diversi giorni. All’inizio di questo mese l’indice ha raggiunto 110,78, il massimo dal 2002, evitando al contempo di subire ritracciamenti significativi.
Analizzando l’immediato futuro, l’analista Matthew Hyland ha avvertito che un “nuovo colpo di testa per DXY porterà un evento di capitolazione per gli asset di rischio”.
Uno sguardo alla correlazione inversa tra DXY e BTC/USD nel frattempo conferma l’impatto dei bruschi movimenti al rialzo del primo sul secondo.
Ethereum soffre di una depressione post-Merge
Nella settimana successiva al tanto decantato Merge, Ethereum sta vivendo un importante ribasso dopo l’hype.
La scorsa settimana la coppia ETH/USD è scesa del 25% e attualmente è scambiata sotto i 1.300 dollari, il minimo dal 16 luglio, e sta ricevendo valutazioni ribassiste da parte di analisti e trader.
“Ethereum non riesce a mantenere il supporto critico”, ha avvertito il noto analista crypto Kevin Svenson,”poiché la chiusura settimanale non è riuscita a tracciare una linea sotto le perdite”.
L’analista Matthew Hyland nel frattempo ha indicato un obiettivo di $ 1.000 per ETH/USD, aggiungendo che $ 1.250 dovrebbero valere come supporto.
Nel cambio contro BTC, Ethereum è sceso fino al 19% durante la settimana, con la quota di Bitcoin nella capitalizzazione di mercato in aumento dell’1,2% dal 14 settembre.
Meno entusiasta è stato Samson Mow, CEO della startup per l’adozione di Bitcoin JAN3, che ha notato che mentre ETH/USD era ancora al di sopra della sua media mobile a 200 settimane, Bitcoin era al di sotto del suo equivalente. La 200 WMA funziona come un’importante linea di tendenza durante i mercati ribassisti delle criptovalute e trovarsela come supporto ha storicamente significato un ritorno alla crescita.
I wallet dormienti di Bitcoin continuano a invecchiare
Anche se la recente volatilità dei prezzi vede un aumento dell’attività on-chain, gli hodler di vecchia data mantengono le loro posizioni. Infatti, secondo la società di analisi Glassnode, le crypto detenute per un periodo di almeno cinque anni mostrano solo una tendenza al rialzo.
In nuovi dati distribuiti ieri, Glassnode ha confermato che il 24,8% dei Bitcoin risultano essere stati attivi l’ultima volta a settembre 2017 o prima. Un dato in crescita che ha segnato un nuovo record.
Risulta evidente come, tra gli investitori esperti che hanno deciso di comprare Bitcoin, è chiara la tendenza a holdare a lungo termine.
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