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Come finanziare una Start-Up o un’azienda: 10 modi per trovare fondi

Una delle domande più frequenti per chi vuole diventare imprenditore o possiede un’attività (sana o in crisi) è questa: come finanziare una start up o la propria attività? Spiace dirlo, ma non esistono vie preferenziali o metodi di finanziamento infallibili.

È molto raro trovare un investitore dietro l’angolo pronto a elargire liquidità sulla fiducia, anche se la tua idea di business è davvero innovativa. Specialmente in un momento difficile come quello post-Covid, o se la nuova start up non ha un bilancio né un utile.

Non c’è da disperarsi, però. Se credi nella tua start up, o nel tuo progetto già avviato, e sei disposto a investire tempo e fatica puoi riuscire a ottenere i capitali che cerchi attraverso varie forme di finanziamento.

Il limite è la tua creatività, la credibilità del tuo business e la conoscenza che hai di come trovare fondi per una start-up (o un’azienda). A quest’ultima pensiamo noi, suggerendoti 10 metodi per farsi finanziare oggi.

1. Finanziare la start up con fondi personali

finanziare startup da soli

La prima e più semplice via per finanziare un’attività è pescare dal tuo salvadanaio. Prende anche il nome di bootstrapping e sostanzialmente consiste nell’alimentare la società con il tuo denaro e con gli incassi.

Se stai cercando idee per trovare fondi probabilmente i tuoi risparmi non sono sufficienti, ma valuta comunque l’idea.

Trovare il denaro per aprire un’attività o espanderla potrebbe richiedere un po’ più di tempo, ma non dovrai accedere a prestiti di denaro né rinunciare al controllo sulla tua azienda.

Molte volte, però, una start up ha bisogno di molto carburante nella fase di nascita ed espansione. Ha bisogno di “bruciare liquidità“, quasi sempre molta più di quella che si ha in tasca.

Perciò se non hai abbastanza disponibilità per finanziarti da solo allora passa alle soluzioni successive.

2. Chiedi aiuto ad amici o parenti

farsi finanziare amici parenti

È il metodo che gli americani chiamano delle 3F (family, friends & fools) e consiste appunto nel finanziare la start up, o un’attività imprenditoriale in generale, con il denaro della propria cerchia di conoscenti più stretti.

Anche Jeff Bezos ha aperto Amazon.com chiedendo i soldi a suo padre. Quindi perché non parlare del tuo progetto con amici o familiari e vedere se qualcuno di loro si dimostra interessato?

Maneggia i finanziamenti di parenti e conoscenti stretti con estrema attenzione, cioè solo se credi fermamente nel tuo progetto e sei disposto a fare dei grossi sacrifici per riuscire a restituirli fino all’ultimo.

3. Finanziamenti a fondo perduto

finanziamento fondo perduto

Sapevi che a volte lo Stato mette a disposizione dei soldi per le start up o le imprese bisognose come la tua?

I finanziamenti a fondo perduto sono delle forme di prestito non convenzionali che non devono essere rimborsate. Sono dedicate ai giovani fondatori di startup, donne, soggetti con reddito basso che vogliono dedicarsi ad un progetto innovativo, disoccupati che hanno il desiderio di aprire un’attività imprenditoriale e così via.

Gli enti cui fare riferimento periodicamente per accedere al finanziamento a fondo perduto sono le Regioni, i cui consulenti e dirigenti preposti valutano la bontà e la consistenza del progetto presentato nonché l’appartenenza dei requisiti del richiedente che viene inserito nelle graduatorie.

La Regione infatti periodicamente stanzia una certa somma di denaro il cui importo è proporzionale all’entità del progetto presentato. Il denaro deve ovviamente interamente essere destinato per il progetto stesso e nel piano d’impresa da presentare alla Regione deve essere specificata chiaramente la ripartizione della destinazione della somma.

Anche le Province e gli enti pubblici possono erogare credito per sostenere un settore economico il cui sviluppo va incentivato o sostenuto, oppure per creare nuove risorse per il territorio a vantaggio dell’ente stesso.

I fondi presi in prestito possono essere impiegati per l’acquisto di beni mobili e immobili, corsi di formazione, macchinari, cancelleria, computer e in tutti i mezzi che l’attività richiede.

Per richiedere o avere informazioni sui nuovi finanziamenti a fondo perduto erogati con il Decreto rilancio (post Covid) consulta i bandi delle singole regioni oppure sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

4. Campagna di Crowdfunding

crowdfunding finanziamenti startup

Se il tuo progetto ha un forte risvolto innovativo oggi puoi chiamare a raccolta piccoli investitori da tutto il mondo vogliosi come te di finanziare il tuo business.

Il metodo di finanziamento in questione si chiama crowdfunding e consiste nella raccolta collettiva di denaro attraverso una piattaforma online. In qualità di richiedente dovrai creare una presentazione accurata del tuo progetto, spiegando nei dettagli il business model e il potenziale dell’idea.

A quel punto la piattaforma valuterà il tuo progetto e se lo riterrà adeguato farà partire la campagna di crowdfunding in tuo favore. Dai un’occhiata a Wearestarting, un sito di raccolta fondi per start up, per farti un’idea

Chiaramente dovrai remunerare la piattaforma per il servizio, così come i piccoli investitori. Deciderai tu se avviare una campagna di tipo:

  • equity, rendendoli partecipi del tuo capitale;
  • lending, restituendo il prestito con interessi;
  • reward, facendogli provare il tuo prodotto/servizio in anteprima o a costi inferiori.

5. Incubatori di start up

incubatore startup

Se la tua attività da finanziare è una start-up neonata puoi aiutare a lanciarla e farla crescere appoggiandoti a un incubatore.

Gli incubatori sono organizzazioni molto popolari e sono spesso associati alle principali università, agli enti locali di sviluppo imprenditoriale o anche alle grandi aziende.

La maggior parte degli incubatori per startup non fornisce fondi o denaro, ma mette a disposizione risorse gratuite come strutture, uffici, connessione di rete, consulenza strategica e altro ancora.

In cambio possono chiederti una quota della società, ottenendo potenziali ritorni dal tuo successo futuro.

6. Business Angel

business angel

A volte per finanziare un’azienda ci vorrebbe proprio un aiuto dall’alto. È molto raro, ma alcuni imprenditori hanno effettivamente incontrato il loro “angelo”.

Un business angel è un professionista con grosse disponibilità economiche deciso a credere nella tua start up e investire i suoi soldi per vederla crescere. Probabilmente ha già avuto esperienze come imprenditore, per cui il suo apporto alla causa potrebbe essere non solo economico.

Forse hai già sentito parlare di Peter Thiel, finanziatore di grandi aziende come Facebook, PayPal, Quora o TransferWise, un tempo delle semplici start up con alto potenziale.

Come trovare un investitore privato simile per finanziare la startup? Bisognerebbe costruire un network di contatti coi fiocchi o avere una forte esposizione mediatica (social, pubblicità, ecc.). Insomma, farsi notare da chi ha i soldi e le competenze e avere un pizzico di fortuna.

7. Prestito in banca

prestito in banca

Chiedere un prestito in banca per la propria azienda è una delle soluzioni storicamente più consuete. In passato qualunque imprenditore avrebbe chiesto aiuto alle banche senza indugiare, ma dopo la crisi del 2008 gli istituti di credito hanno stretto notevolmente la cinghia.

Oggi i requisiti per ottenere un finanziamento continuano a essere stringenti, ma dopo l’emergenza Covid 19 il decreto Liquidità ha aperto uno spiraglio più ampio.

Le PMI in particolare possono accedere a finanziamenti:

  • fino a 30.000 euro con garanzia FGPMI al 100% (o ISMEA per il settore agricolo) per piccole-medie imprese, persone fisiche ed Enti del Terzo Settore;
  • superiore ai 30.000 euro coperti dal Fondo di garanzia per le PMI fino al 90%, per piccole-medie imprese, Terzo Settore e professionisti iscritti agli Albi.

Tutte le informazioni, le condizioni e la modulistica per il prestito d’emergenza post coronavirus sono reperibili sul sito ufficiale del Fondo di Garanzia.

Se invece l’azienda che hai tra le mani è una startup passa al metodo successivo senza indugiare troppo. Difficilmente una banca ti farà largo credito per lanciare un progetto dal forte potenziale di rischio, a meno che tu non abbia grosse garanzie da offrire come collaterali.

8. Venture Capital

venture capital

A che punto è la tua start-up? Ha già dato prova di essere promettente? Se l’azienda ha superato lo stress test dei primi mesi e si intravedono i primi risultati in termini di fatturato può essere sottoposta all’attenzione dei venture capital.

Si tratta di fondi (anche cospicui) provenienti da investitori istituzionali come banche o società finanziarie, una liquidità che potrebbe spingere la crescita del tuo business.

L’obiettivo dei venture capitalist è preciso: finanziare la start up innovativa per trasformarla in un azienda leader nel medio-lungo periodo.

In cambio, però, rilevano delle quote della società e spesso chiedono di sedere al board decisionale per poter influenzare la direzione che prenderà il progetto.

In sostanza si tratta di un enorme apporto di liquidità, che però compromette la tua indipendenza a livello di governance. Sei disposto ad accettarlo?

9. Accordati con un partner

fondi da partner commerciali

Conosci un cliente importante o un’attività complementare alla tua che non potrebbe fare a meno di te? Se sei così fortunato da averlo incontrato chiedere aiuto a un partner commerciale può essere l’ennesima via per finanziare la tua azienda.

Se qualcuno vede nel tuo business un grosso valore potrebbe essere disposto darti un anticipo sui pagamenti, oppure una somma per completare lo sviluppo della tua start up innovativa e ricevere dei benefit in futuro.

10. Quotarsi in Borsa

quotarsi in borsa

Ok, questa non è roba per giovani start-up emergenti. Tuttavia molte società (anche in crisi) scelgono la quotazione in borsa per trovare una massiccia fonte di liquidità.

Attraverso i mercati finanziari le imprese possono raccogliere denaro necessario per continuare a espandersi, oppure superare situazioni economiche difficili.

Uber, ad esempio, negli ultimi 3 anni ha accumulato oltre 10 miliardi di perdite, ma allo stesso tempo ha accumulato 8,5 miliardi di dollari grazie agli investimenti dei suoi azionisti.

Anche Airbnb prepara la sua quotazione in borsa, dopo che la crisi da coronavirus ha quasi spazzato via il suo business. L’obiettivo? Finanziare l’azienda e risollevarsi.

Naturalmente bisogna essere una società di grosse proporzioni per tentare una IPO in borsa. Tuttavia rimane ancora un solido metodo di finanziamento.

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Andrea Roventini

Andrea Roventini

Andrea Roventini, laureato con lode in Economia presso l'Università di Bologna nel 2003, ha intrapreso la professione di Commercialista, portando avanti l'eredità dello studio di famiglia per oltre 10 anni. La sua inclinazione verso il trading indipendente e un approccio "alternativo" al mondo della finanza lo rende una guida affidabile per chi cerca di navigare nel mondo delle azioni, broker e criptovalute.

Con un'acuta comprensione dei meccanismi di mercato e un'esperienza pratica nel trading, Andrea è deciso a fornire ai lettori insight preziosi e consigli pronti all'uso per massimizzare i rendimenti degli investimenti. La sua analisi sempre aggiornata sui migliori sistemi e piattaforme di trading cerca di demistificare il panorama finanziario, rendendo il trading e gli investimenti accessibili sia per i neofiti che per gli operatori esperti.

Attraverso un linguaggio chiaro e una comunicazione diretta, Andrea mira a creare una connessione genuina con i lettori, aiutandoli a fare scelte informate in un settore in continua evoluzione. Ogni articolo che scrive è un passo verso la realizzazione di un percorso finanziario più sicuro e consapevole per tutti.