In questi giorni, Bitcoin viene scambiato quasi il 13% al di sotto del suo massimo storico, raggiunto poco tempo fa. Eppure di svendita non si può parlare, anzi. Soprattutto gli investitori professionali sembrano vedere ancora molto potenziale in Bitcoin per i mesi a venire.
I dati mostrano infatti che negli ultimi mesi, con l’aumento dei prezzi, sono state moltissime le balene che si sono rilanciate su Bitcoin: si tratta di individui, fondi o aziende che detengono grandi quantità di Bitcoin, generalmente più di 10.000 token. Tuttavia, durante il recente calo dei prezzi, difficilmente hanno venduto le loro monete, anzi, si può dire che il numero di grandi investitori in BTC stia continuando a muoversi verso il segno positivo.
Come gli ETF hanno mutato la situazione
Anche se la fiducia generale sembra dunque essere particolarmente elevata, si sono verificati importanti deflussi dal lato degli ETF Bitcoin. Recentemente infatti si sono verificati deflussi record di fondi, con i segnali rossi per 7 giorni consecutivi. Tuttavia, la serie negativa si è conclusa nuovamente il 3 maggio, con afflussi positivi per 378,3 milioni di dollari USA.
Allo stato attuale delle cose, circa il 4,21% di tutti i Bitcoin circolanti è ora nelle mani di fondi ETF; e gli esperti sospettano che questo trend possa restare stabilmente in crescita ancora per moltissimo tempo. Insomma, è davvero improbabile che il settore degli ETF BTC si sgonfi a breve.
Infatti, mentre da gennaio a maggio 2024 negli ETF Bitcoin sono confluiti circa 11,2 miliardi di dollari USA, secondo le previsioni nei prossimi 3 anni l’importo dovrebbe salire a 220 miliardi di dollari USA. Un aumento sostanzioso e sostanziale, che dovrebbe cementare gli ETF Bitcoin come parte integrante e fondamentale del sistema.
I rischi per i miner di Bitcoin
L’andamento, però, può anche essere ottimistico ma per numerosi operatori c’è anche motivo di forte preoccupazione, come risulta evidente da alcune analisi recentemente condotte all’interno del settore minerario.
Le spese per BTC estratto per il settore ammontano a circa 129.000 dollari USA (costi dell’elettricità, altri costi come attrezzature minerarie, affitto, hardware), mentre i guadagni per moneta estratta ammontano solo a circa 114.600 dollari USA.
Se il prezzo del Bitcoin non aumenta rapidamente o le commissioni di transazione aumentano notevolmente, circa il 15% dei minatori sarà gravemente minacciato o costretto a chiudere l’attività, con conseguenze sul rapporto domanda-offerta che potrebbero minacciare seriamente in negativo il futuro di Bitcoin.
Indipendentemente da ciò, comunque, le criptovalute ( e soprattutto Bitcoin) sono tra gli asset del momento. Se si guarda alla performance dall’inizio dell’anno, BTC è infatti chiaramente davanti a Nasdaq, DAX, Gold, Silver & Co. con un aumento di quasi il 140%.
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Giuliana Morelli
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