La crisi geopolitica in Ucraina continua ad essere il principale fattore ad incidere sul sentimento dei mercati in questa fase.
In apertura di settimana i mercati hanno accolto positivamente i segni di progressi sul fronte diplomatico, dopo che la Casa Bianca ha emesso ieri notte un comunicato con cui afferma che Joe Biden e Vladimir Putin si incontreranno a breve per discutere della crisi in Ucraina. Tuttavia, dopo l’entusiasmo delle prime ore, che ha visto le Borse Europee aprire in positivo e il dollaro perdere terreno, un approccio più attendista sta pian piano avanzando a metà della sessione di Lunedì 21 Febbraio.
Venerdì scorso, e durante il weekend, i propositi non erano certo dei migliori, dopo che l’evacuazione di massa di donne e bambini dal Donbass verso la Russia aveva fatto presagire ormai un imminente invasione in Ucraina. La settimana scorsa, abbiamo assistito ad una fuga verso gli asset di rifugio con l’oro che ha toccato 1.900 dollari l’oncia, e con il franco svizzero e lo yen giapponese che attraggono sempre più domanda nel mercato forex.
La volatilità non può dunque che prosperare in un clima di estrema incertezza geopolitica, dove le notizie si susseguono di ora in ora e determinano forti oscillazioni nel sentimento al rischio degli investitori.
Il mercato sembra aver messo da parte per un attimo tutti i discorsi sulle paure inflazionistiche e sui rischi di una Fed sempre più sotto pressione verso il cambio della politica monetaria. James Bullard, Presidente della Fed di St. Louis, ha detto la scorsa settimana come sia ora necessario cambiare radicalmente la rotta, alzando i tassi all’1% entro Luglio e iniziando il programma di riduzione del bilancio (quantitative tightening). Il mercato sembra ancora non credere ad una Fed estremamente aggressiva quest’anno e si aspetta che i tassi raggiungano “soltanto” l’1,5% a Dicembre 2022.
Intanto, Omicron fa sempre meno paura, e le principali democrazie si muovono sempre più velocemente verso una fase di abolizione delle restrizioni legate alla pandemia. Questo non può che favorire la ripresa dei settori più colpiti dalla pandemia.
Segnali positivi sono giunti nell’euro zona e nel Regno Unito, con le stime preliminari dei PMI dei servizi a Febbraio che hanno largamente battuto le attese. Questo trend potrebbe continuare nei prossimi mesi e determinare una sovraperformance dei settori legati alle riaperture, nonché delle divise più esposte alla ripresa dei flussi turistici internazionali (euro e valute emergenti).
Analisi fondamentale su Oro
Il metallo prezioso è alla sua terza performance settimanale in positivo, una scia che lo ha portato dai 1.780 dollari di inizio mese agli attuali i 1.896 dollari all’oncia. Il 7 febbraio scorso, quando l’oro girava ancora a 1.800 dollari, avevamo detto come lo scenario sarebbe potuto diventare estremamente rialzista nel medio periodo.
La tesi rialzista sull’oro si fonda su due fattori principali:
- La crisi geopolitica in Ucraina
- Le prospettive di un’inflazione più difficile da controllare anche con l’aumento dei tassi
Il primo fattore è chiaramente facile da comprendere. L’aumento dei rischi geopolitici genera maggiore domanda verso asset di rifugio come l’oro. Se la situazione in Ucraina non dovesse risolversi presto e pacificamente, questo fattore continuerebbe ad alimentare la domanda verso i metalli preziosi.
Il secondo fattore richiede uno sforzo di analisi maggiore. L’oro tradizionalmente soffre quando i tassi di interesse americani aumentano, e le prospettive di una politica monetaria più restrittiva da qui in avanti non certo aiutano. Tuttavia, i tassi vanno sempre visti in rapporto all’inflazione e con un’inflazione americana al 7,5%, i tassi di interesse hanno davanti molta strada prima di pareggiare (o oltrepassare) il livello dei prezzi.
Inoltre, sempre più analisti sottolineano come le pressioni inflazionistiche possano essere questa volta meno governabili tramite aumenti dei tassi di interesse, poiché l’aumento dei prezzi energetici o dei servizi legati alle riaperture dalla pandemia avrebbe poco a che fare con la politica monetaria.
Analisi tecnica e spunti operativi su Oro
L’oro sta testando in questa fase una resistenza rappresentata dal livello 161,8% del ritracciamento di Fibonacci, costituito dai minimi (1.780) e massimi (1.872) di Gennaio 2022.
I prezzi la scorsa settimana hanno rotto al rialzo un triangolo simmetrico su cui scambiavano da oltre 1 anno, aumentando le prospettive per l’inizio di un nuovo trend bullish.
Se l’oro dovesse superare la resistenza a 1.900 dollari, si aprirebbero le porte per un rialzo fino a 1.970, massimi di Gennaio 2021, Novembre 2020 e 261,8% del ritracciamento di Fibonacci.
Intanto l’RSI sta per entrare in territorio di ipercomprato (>70). A novembre, l’indice toccò i 70 e poi scese rapidamente, mentre tra Maggio e Giugno 2021 si verificò una maggiore persistenza nell’area di ipercomprato.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $ 1.900 |
📈 Outlook Ottimista | $ 1.970 |
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Per favore valuta se sei in una posizione finanziaria personale che ti permette di correre il rischio di perdere denaroAnalisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su Dollaro (DXY)
Molto di quanto detto sull’oro vale anche per il dollaro, che da inizio febbraio viaggia nella metà inferiore del canale rialzista su cui scambia ormai da Maggio 2021.
Non abbiamo assistito ad un’impennata del dollaro durante le fiammate delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, come molti ritenevano. Piuttosto, valute come lo Yen e il Franco svizzero hanno fatto meglio.
E nemmeno la crescita dei rendimenti dei Treasuries – con il decennale che ha toccato il 2% e il 2-anni che viaggia all’1,5% – ha ridato nuovo slancio al biglietto verde. Il mercato sembra aver assunto una posizione attendista, nell’attesa di vedere se la Fed sorprenderà o meno con i rialzi dei tassi.
Prima del meeting della Fed del 15 marzo 2022, potremmo assistere dunque ad una fase laterale dell’indice dollaro (DXY) nelle prossime settimane, con possibili acquisti in area 95.40-95.45 e prese di profitto a 96.30-96.40.
👁🗨 Tendenza | Incertezza |
📈 Outlook Ottimista | 96.40 |
🔻 Previsione Pessimistica | 95.40 |
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Mentre le restrizioni da Omicron continuano a ridursi ovunque, potrebbe essere tatticamente interessante prendere esposizione al settore dei viaggi.
Il Travel Tech ETF (AWAY) lanciato da ETF Managers Group è uno dei principali ETF in termini di asset under management che investono in compagnie tecnologiche nel settore turistico, come Booking (BKNG), Expedia (EXPE), Airbnb (ABNB) e Tripadvisor (TRIP).
Il suo prezzo si aggira oggi a $25.15, in linea al livello di Febbraio 2020, prima dell’inizio dei lockdown e delle restrizioni da Covid-19.
A livello tecnico, sembrano essersi formati due supporti chiave a sostegno della tesi rialzista: il primo a 21.69 dollari (minimi di Gennaio 2022 e Novembre 2020), e il secondo più in alto a 24.45 dollari (recente pullback del 14 Febbraio 2022, resistenza di Dicembre 2021/Gennaio 2022, minimi di Agosto 2021 e Dicembre 2020).
I prezzi stanno risalendo dai minimi di fine gennaio e si trovano a metà strada tra il livello del 38.2% del 50% del ritracciamento di Fibonacci verso i massimi relativi di Novembre 2021. Superare la soglia dei 26-26.50 potrebbe incrementare le chance per una risalita a 29.80.
Chiaramente il rischio principale per i tori dipende dalle tensioni geopolitiche e militari tra Russia e Ucraina, ma qualsiasi storno tra 23 e 24 dollari potrebbe costituire una nuova occasione per accumulare su un settore che mostra prospettive migliori e che ancora non ha recuperato i livelli pre-pandemici in Borsa.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $ 26.50 |
📈 Outlook Ottimista | $ 29.80 |
Gli investimenti finanziari comportano sempre il rischio di perdita di capitale e i risultati passati non sono garanzia di futuri ritorni
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