Venti di guerra tengono i mercati con il fiato sospeso, con le tensioni nel confine tra Russia e Ucraina ai massimi dall’inizio della crisi geopolitica. Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ordinato ai cittadini americani di lasciare immediatamente l’Ucraina e affermato che gli Stati Uniti e i loro alleati agiranno “rapidamente e con decisione” in caso di aggressione russa.
Sul fronte macro è stata un’altra settimana problematica per i mercati finanziari, con l’inflazione americana che sorprende ancora verso l’alto le attese, crescendo al 7,50% su base annua a Gennaio 2022, ai massimi da 40 anni a questa parte.
Gli investitori temono ora una reazione molto aggressiva della Federal Reserve, con le aspettative di un rialzo dei tassi di 50 punti base a marzo che sono schizzate verso l’alto e con il mercato che sconta ora 160 punti base di rialzi cumulativi entro fine anno.
Sul mercato forex, l’impennata delle prospettive di rialzi più rapidi dei tassi della Fed hanno ridato al dollaro l’appeal che era mancato nelle ultime settimane, trascinando giù la coppia EUR/USD e le principali majors contro il biglietto verde.
Il peggioramento del quadro geopolitico e macroeconomico ha così determinato un ritorno del sentimento di avversione al rischio, con i mercati azionari che si sono girati profondamente in rosso sul finire di settimana. Alla chiusura di New York di venerdì scorso, l’indice S&P 500 era in calo dell’1,75% nella settimana, mentre il Nasdaq del 2,7%.
Sul fronte delle commodities l’oro ha vissuto un importante rally, andando su del 2,8%, mettendo a segno la migliore performance settimanale dalla prima settimana di novembre. I timori geopolitici e i rischi di un’inflazione sempre più persistente e significativamente più alta dei tassi di interesse hanno guidato l’aumento della domanda degli investitori verso beni di rifugio, come l’oro.
Proprio nell’analisi della week 6 del 2022 (la scorsa settimana) avevamo scritto che l’oro sarebbe potuto diventare presto “il bene di rifugio per eccellenza e catalizzare una maggiore domanda di investimento” dati i rischi geopolitici. E che “lo scenario di medio periodo sarebbe potuto diventare estremamente rialzista” in un contesto di difficile contenimento dell’inflazione attraverso l’aumento dei tassi.
Per il petrolio è stata una settimana estremamente volatile. Agli inizi della scorsa settimana, le speculazioni sulle trattative tra Stati Uniti e Iran hanno portato i prezzi del greggio al di sotto dei 90 dollari al barile. Ma la crisi russo-ucraina ha nuovamente riacceso i timori del mercato, guidando i prezzi del Brent a 93 dollari.
Prosegue invece la fase di recupero sul mercato delle criptovalute, con il Bitcoin che ha chiuso leggermente in rialzo in una settimana costernata da eventi negativi per gli asset di rischio.
Analisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su EUR/JPY
Il tasso di cambio tra euro e yen continua a scambiare all’interno di un canale ribassista da Giugno 2021 sul grafico giornaliero. Recentemente, il 10 febbraio, abbiamo assistito ad un nuovo massimo decrescente rispetto ai livelli di Ottobre e Giugno 2021. In queste tre precedenti occasioni, l’indice di forza relativa (RSI) si è trovato in territorio di ipercomprato, per poi tornare su valori contenuti a fronte di cali di prezzo.
Da punto di vista fondamentale, dopo l’exploit post-meeting della BCE, i commenti di Christine Lagarde hanno spento sul nascere le speculazioni del mercato di un rapido cambio della politica monetaria da parte di Francoforte, pesando negativamente sulla moneta unica. La presidente della BCE ha affermato che aumentare i tassi troppo rapidamente potrebbe danneggiare la ripresa post-pandemia e che potrebbe non risolvere molti dei problemi attuali sul lato della crisi energetica. Ha anche ribadito che gli Stati Uniti vivono in un’economia surriscaldata, mentre in UE le pressioni salariali sono ancora sotto controllo.
Questi toni potrebbero dunque tenere a bada le divergenze di politica monetaria tra l’euro e le altre divise (Yen giapponese e Franco svizzero) emesse da banche centrali “ultra-dovish” e, in un contesto di aumento dei timori geopolitici in Europa, si potrebbe assistere ad una nuova ondata di speculazioni al ribasso sulla moneta unica.
Il prossimo livello di supporto da monitorare per EUR/JPY è 130.20. Se la coppia dovesse rompere al ribasso qui, supererebbe il livello del 50% del ritracciamento di Fibonacci (minimi di Dicembre, massimi di Febbraio), portando ad un intensificarsi del sentimento bearish. Prossimi target sono visti a 128.63 e poi in area 127 sulla trendline inferiore del canale.
👁🗨 Tendenza | Ribassista |
📉 Previsione Realista | 130.20 |
🔻 Previsione Pessimistica | 128.63 |
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Per favore valuta se sei in una posizione finanziaria personale che ti permette di correre il rischio di perdere denaroAnalisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su NASDAQ
Il quadro fondamentale dell’ultimo periodo non depone certo a favore delle società tecnologiche americane. L’indice NASDAQ è recentemente scivolato a causa dell’intensificarsi dei timori inflazionistici e di un aumento dei tassi di interesse, nonché delle paure di un conflitto in Ucraina.
Da un punto di vista tecnico, ci sono segnali di conferma del trend ribassista di breve in atto: i prezzi non sono riusciti ad oltrepassare il 50% del ritracciamento di Fibonacci (minimi 28 gennaio – massimi 31 dicembre) e l’indice RSI non supera il livello di 50 ormai da inizio gennaio.
Il livello di 13.700 costituisce ora il prossimo supporto da monitorare. Se il Nasdaq dovesse rompere al di sotto di qui, la discesa potrebbe estendersi verso il livello psicologico di 13.000 (minimi di Maggio 2021).
👁🗨 Tendenza | Ribassista |
📉 Previsione Realista | 13.700 |
🔻 Previsione Pessimistica | 13.000 |
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Per favore valuta se sei in una posizione finanziaria personale che ti permette di correre il rischio di perdere denaroAnalisi fondamentale, tecnica e spunti operativi sul Palladio
Il palladio è una delle materie prima (insieme al petrolio e al gas naturale) che potrebbero vivere un significativo “upside” in una fase di rapporti sempre più difficili tra Russia e potenze occidentali.
La Russia è il principale produttore di palladio al mondo, e controlla circa il 40% del metallo estratto. Pertanto, le tensioni in corso con l’Ucraina fanno crescere i rischi di un probabile restringimento delle forniture del metallo, con impatti positivi sul prezzo.
Il quadro tecnico è bullish sia nel breve che nel medio periodo. Si assiste ad un canale rialzista (con un range molto ampio) dagli inizi del 2020, ma di recente il metallo ha superato il livello di polarità di 2.220 dollari all’oncia (supporto del 2020/inizi 2021 e poi resistenza nell’ultimo trimestre del 2021).
Il prossimo livello per una presa di profitto può materializzarsi a 2.600 dollari, 161,8% del ritracciamento di Fibonacci dai minimi del 16 dicembre.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $ 2.400 |
📈 Outlook Ottimista | $ 2.600 |
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