La settimana appena trascorsa ha visto come colpo di scena la svolta “hawkish” della Banca Centrale Europea, che ha di fatto preannunciato l’intenzione di abbandonare gradualmente la sua politica monetaria ultra-espansiva nei prossimi mesi per dare risposta ad un’inflazione più persistente del previsto nell’Eurozona.
Il mercato non si aspettava un’anticipata presa di posizione da parte della BCE e della Lagarde, mettendo quasi in secondo piano il consecutivo rialzo dei tassi di interesse della Bank of England che con il suo governatore, Andrew Bailey, implora i lavoratori a non chiedere aumenti salariali per evitare di alimentare ancor di più le aspettative di inflazione.
Inflazione e tassi sono stati dunque i temi che hanno più inciso sull’andamento dei mercati nel corso della settimana.
Il sentimento sui mercati azionari è andato deteriorandosi sul finire di settimana, e successivamente ai segnali allarmanti inviati dalla BCE e della BoE. L’indice S&P 500 ha chiuso la settimana in positivo (+1,3%), ma ha ceduto circa il 2,2% negli ultimi due giorni.
Sul mercato forex, l’euro ha vissuto la sua migliore settimana dal Marzo 2020, apprezzandosi del 2,7% contro il dollaro.
Tornano a rialzarsi i rendimenti obbligazionari, con il decennale americano che supera quota 1,9%, ma ad impennarsi sono stati i tassi nell’eurozona, con il Bund a 10 anni che sfonda lo 0.2%, ai massimi dal Febbraio 2019, mentre il nostro BTP sale a 1,77%, portando così lo spread a oltre 150 punti base.
Sui mercati delle materie prime, il petrolio continua indisturbato nella sua ascesa, con il Brent che balza a 92 dollari al barile, un livello che non si vedeva da Settembre 2014.
Si sottolinea inoltre la resilienza dei metalli, nonostante le continue pressioni sui tassi di interesse da parte delle banche centrali, con l’oro che rimane saldamente sopra 1.800 dollari all’oncia.
Per le cripto è stata una settimana positiva, con il Bitcoin su del 9% e nuovamente sopra la barriera psicologica di 40.000 dollari. Proprio la scorsa settimana, nella nostra analisi avevamo individuato dei segnali rialzisti sul grafico del Bitcoin, che ci avevano portato a guardare in area 41.000 come primo livello di prese di profitto.
L’attenzione degli investitori si sposta al rapporto sull’indice CPI degli Stati Uniti, con gli analisti che aspettano il tasso di inflazione aumentare al 7,3%, un nuovo massimo dal giugno del 1982.
La volatilità del mercato è destinata dunque a continuare e una inflazione più alta del previsto aumenterà la speculazione di una posizione più aggressiva della Fed e farà pressione sui rendimenti dei Treasury ancora più in alto.
Analisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su EUR/USD
La coppia EUR/USD è di nuovo sotto i riflettori dei traders, dopo una settimana contrassegnata dagli acquisti, grazie alla svolta falco, e inattesa dal mercato, da parte della BCE.
Alla domanda sull’inflazione, la governatrice Lagarde ha detto che c’era “preoccupazione unanime” per quanto riguarda il valore dell’indice dei prezzi al consumo di gennaio nell’Eurozona. Ma soprattutto ciò che letteralmente sparigliato le carte in tavola è stato l’abbandono della promessa di non alzare i tassi di interesse nel 2022, che rappresenta un chiaro segnale di cambiamento rispetto al meeting di Dicembre.
Gli analisti hanno aggiustato al rialzo le loro aspettative sui tassi euro, con alcune case (Bank of America e Commerzbank) che scontano già due rialzi dei tassi sui depositi a Settembre e Dicembre 2022.
Non c’è dubbio che gli ultimi svolgimenti della BCE possano rappresentare un “game changer” per il destino dell’euro, ma non va dimenticato che anche la Federal Reserve si è girata “hawkish” e si trova più avanti rispetto a Francoforte nel ciclo di normalizzazione dei tassi di interesse.
Da un punto di vista fondamentale, dunque, per EUR/USD si prospetta un tiro alla fune tra chi sarà più falco tra la BCE e la Fed.
Tecnicamente, nel grafico settimanale di EUR/USD si segnala un pattern engulfing bullish, con la candela settimanale che “inghiotte” le due candele ribassiste precedenti.
Si tratta di un segnale che potrebbe indicare l’inizio di un’inversione del trend nel medio periodo, che potrebbe accelerare qualora i prezzi dovessero superare il livello psicologico di 1.1500, area in cui giace anche la media mobile a 200-giorni. In questo caso, potremmo assistere ad un’estensione a 1.1620. Se i prezzi non dovessero superare 1.15, la coppia potrebbe muoversi lateralmente nel breve.
Attenzione però al dato di inflazione americano di mercoledì. Se l’indice CPI dovesse superare significativamente le attese, questo potrebbe infiammare nuovamente la speculazione su un aumento più marcato dei tassi della Fed a Marzo, ridando nuova forza al dollaro.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | 1.1500 |
📈 Outlook Ottimista | 1.1620 |
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Per favore valuta se sei in una posizione finanziaria personale che ti permette di correre il rischio di perdere denaroAnalisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su Petrolio Brent
I future sul greggio Brent hanno esteso il rally sopra i 92 dollari al barile, toccando nuovi massimi dal 2014 e facendo segnare una performance del 17% da inizio anno. In totale sono sette le settimane consecutive in cui il petrolio Brent ha chiuso in positivo. A trainare l’oro nero è stato il deficit tra domanda, fortemente in ripresa dopo la pandemia, e offerta, che è invece rimasta molto rigida.
Questo sbilancio è destinato ancora a persistente almeno fino all’estate e nonostante l’OPEC+ abbia concordato mercoledì scorso di aumentare la produzione di petrolio di 400.000 barili al giorno a partire da marzo. Soltanto un cambiamento strutturale nelle dinamiche di domanda e offerta (es. ritorno dell’Iran sul mercato) può determinare l’inversione del trend rialzista sul greggio.
A livello tecnico, dopo la discesa di Novembre causata dalla variante Omicron, il rimbalzo del Brent potrebbe ora estendersi verso il livello di 1.618 di Fibonacci, in area 99 dollari. A questi livelli è possibile assistere a prese di profitto, mentre qualsiasi storno verso il supporto a 88-89 dollari, potrebbe costituire opportunità di acquisto nel breve.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $96,00 |
📈 Outlook Ottimista | $99,25 |
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Per favore valuta se sei in una posizione finanziaria personale che ti permette di correre il rischio di perdere denaroAnalisi fondamentale, tecnica e spunti operativi su oro
La resilienza che sta vivendo l’oro in questi momenti di elevata volatilità sui mercati azionari è un fattore da tenere seriamente in considerazione, in un’ottica di diversificazione e ottimizzazione del portafoglio.
Mentre la crisi in Ucraina si intensifica, con i rapporti geopolitici tra Russia, Stati Uniti e paesi europei sempre più ai minimi termini, il bene di rifugio per eccellenza potrebbe nelle prossime settimane catalizzare una maggiore domanda di investimento, se i rischi di un rialzo della Fed da 50 punti base a Marzo non dovessero amplificarsi.
Per l’oro lo scenario di medio periodo potrebbe addirittura diventare estremamente rialzista qualora il mercato riconoscerebbe la difficoltà delle banche centrali di controllare attraverso i tassi di interesse un’inflazione sempre più dipendente da fattori legati all’offerta.
Nel breve la prossima resistenza è individuabile in area 1.817 dollari (0.5 del ritracciamento di Fibonacci). Un’infrazione di questa soglia, invertirebbe il trend ribassista di breve iniziato a fine gennaio, e potrebbe portare ad estensioni rialziste verso 1.825 (0.618 Fibonacci) e poi 1.838 (0.786 Fibonacci).
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $1.8170 |
📈 Outlook Ottimista | $1.8250 |
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