La fuga dal rischio domina il sentimento di mercato tra le principali classi di attività in questa fase, poiché gli investitori cominciano a ponderare gli effetti di una politica monetaria più restrittiva volta a scongiurare i rischi di un’inflazione più prolungata nel tempo.
A questo però si aggiungono gli elevati timori geopolitici tra Russia, Stati Uniti e paesi NATO sui rischi di una possibile invasione di Mosca in Ucraina. Nel weekend il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ordinato alle famiglie dei diplomatici americani di lasciare l’Ucraina e ha inoltre espresso l’intenzione di inviare truppe nell’Europa dell’Est e nei Balcani.
Sul mercato valutario, il rublo russo perde oltre il 2% in apertura di settimana, mentre le valute di rifugio, come il dollaro americano, lo yen giapponese e il franco svizzero, attraggono la domanda degli investitori a causa del deterioramento del sentimento al rischio.
Continuano il momento negativo per i mercati azionari, e soprattutto per l’indice tecnologico NASDAQ che venerdì scorso ha chiuso a 14.400 punti, ai minimi dall’inizio di Ottobre 2021. Rispetto ai massimi di Novembre, l’indice è ora giù del 14%.
Sul fronte delle commodities, il petrolio ha esteso ancora la sua corsa, con il WTI che si aggira intorno a 85 dollari al barile e il Brent a 87. L’oro e tutto il comparto dei metalli hanno mostrato estrema resilienza in questa fase di avversione al rischio, riportando così in auge il loro tradizionale ruolo di scudo dall’inflazione e dai rischi geopolitici.
Prosegue il bagno di sangue sul mercato delle criptovalute, con il Bitcoin a 33.700 dollari in apertura di settimana, giù del 50% dai massimi di Novembre 2021. Considerando il valore di mercato delle cripto nel suo complesso, sono stati bruciati circa 1.5 trilioni di dollari dall’11 Novembre a oggi.
Sul fronte dell’agenda macroeconomica, l’appuntamento chiave della settimana sarà il primo meeting della Federal Reserve del 2022, con cui Jerome Powell indicherà ormai quasi con certezza (il mercato lo sconta a pieno) l’intenzione di alzare i tassi di interesse a Marzo 2022.
Andamento delle nostre precedenti previsioni
- Outlook rialzista sull’Oro del 17 gennaio 2022
- Outlook ribassista sul Bitcoin del 10 gennaio 2022
- Outlook ribassista sullo S&P 500 del 27 dicembre 2021
Spunti operativi su Nasdaq
L’indice NASDAQ delle 100 società tecnologiche americane a maggior capitalizzazione di mercato, ha vissuto un’altra settimana all’insegna delle vendite. Fattori fondamentali e tecnici continuano a dominare il sentimento di avversione al rischio da parte degli investitori.
Da un punto di vista fondamentale, il settore tecnologico americano mostrava valutazioni molto care, e le prospettive di tassi di interesse più elevati chiaramente colpiscono queste società.
L’analisi tecnica dell’indice NASDAQ è tornata fortemente d’attualità dopo che i prezzi hanno rotto verso il basso il canale rialzista che era in vigore da Ottobre 2020. Per la prima volta da Marzo 2020, quando i mercati azionari crollarono per il Covid, l’indice di forza relativa (RSI) a 14-giorni dell’indice NASDAQ è entrato in territorio di ipervenduto.
Che questo possa significare la fine dello storno è ancora presto per dirlo. Anche a Febbraio 2020, il NASDAQ entrò in ipervenduto e successivamente ci rientrò a Marzo 2020, con l’indice che perse il 20% nel periodo.
Intanto la media mobile a 50 giorni ha iniziato a flettersi verso il basso, mentre i prezzi scambiano ora al di sotto della 200 giorni.
Il quadro rimane dunque improntato sul mantenimento di un trend debole nel breve periodo, poiché non si vedono al momento dei fattori positivi che potrebbero invertire la rotta delle azioni tecnologiche. Il mercato deve ancora digerire il cambio di rotta della Fed e i timori geopolitici non vanno a migliorare sicuramente la propensione al rischio degli investitori.
Per l’indice NASDAQ mantenersi al di sopra del supporto psicologico a 14.000 è cruciale per evitare un ulteriore flessione verso i 13.000. La resistenza più vicina si trova a 14.945 (0.236 Fibonacci).
👁🗨 Tendenza | Ribassista |
📉 Previsione Realista | 14.000 |
🔻 Previsione Pessimistica | 13.000 |
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Spunti operativi su EUR/RUB
I rischi geopolitici sul conflitto in Ucraina iniziano ad impattare fortemente sugli asset russi, con il rublo (RUB) che ha iniziato a vivere una fase di deprezzamento sul mercato forex. In passato, tra Settembre e Dicembre del 2014, l’invasione della Russia in Crimea portò il cambio EUR/RUB a 99 da 48, con un aumento complessivo di circa il 70% in soli tre mesi.
Da inizio anno, il cambio EUR/RUB è soltanto su del 6% a 89.5, e quindi potrebbe avere ancora molto spazio verso un ulteriore rialzo, se la situazione dovesse peggiorare.
Altre valute di rifugio, come il dollaro o il franco svizzero, potrebbero mostrare guadagni ancora più marcati contro il rublo russo, rispetto alla moneta unica. Rimaniamo convinti che EUR/RUB stia soltanto marginalmente prezzando i rischi di un’invasione della Russia, e potrebbe dunque offrire interessanti guadagni nelle prossime settimane.
Da un punto di vista tecnico, si sta testando la resistenza di Maggio 2021, e un’infrazione di tale soglia potrebbe portare il cambio EUR/RUB in area 93-94 nelle prossime sedute.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | 93,00 |
📈 Outlook Ottimista | 99,00 |
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Spunti operativi sul Gas Naturale
La questione in Ucraina ha ovviamente effetti sulla crisi energetica che si vive in Europa, con la Russia che potrebbe inasprire le forniture di gas portando il suo prezzo ad impennarsi. La stagionalità non certo aiuta, con l’Europa continentale che si appresta a vivere le settimane più fredde dell’anno in cui potrebbe esserci un’elevata domanda di gas.
Il quadro è dunque improntato verso prezzi del gas naturale più alti, e i primi segnali si iniziano a percepire dall’andamento dei futures del Dutch TTF (il benchmark europeo del gas naturale) che si è impennato del 13% in apertura di settimana. I prezzi sono ancora di circa il 50% più bassi rispetto ai massimi di Dicembre 2021.
I futures del gas naturale statunitense scambiano 3.77 dollari per milione di British termal unit (MMBtu), ma le aspettative di una maggiore domanda europea a causa delle ridotte forniture russe potrebbero portare i prezzi verso l’alto nelle prossime sedute.
La media mobile a 50-giorni ha intanto oltrepassato la 200-giorni formando il cosiddetto “golden-cross.” La prossima resistenza può essere vista nel livello psicologico a $4/MMBtu, che potrebbe portare i tori del gas naturale a mettere sotto pressione il successivo livello a $4.5.
👁🗨 Tendenza | Rialzista |
☑️ Outlook Positivo | $4,00 |
📈 Outlook Ottimista | $4,50 |
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