
Il mercato delle criptovalute sta attraversando un periodo di stallo e di prestazioni non proprio soddisfacenti. Nonostante questo, sono numerose le notizie che riguardano questo settore e in particolare la regina delle criptovalute: Bitcoin.
Infatti, una delle ultime novità è che Fidelity ha deciso di aggiungere Bitcoin al proprio piano pensione. Questa notizia potrebbe da sola convincere tanti a comprare Bitcoin, ma si tratta di una novità importante per tutta una serie di altri fattori.
Nelle prossime righe, abbiamo deciso di approfondire come possono svilupparsi dei fondi pensione a tema Bitcoin e scoprire se si tratta davvero di un’opportunità.
Bitcoin nel mondo delle pensioni
Fidelity sta puntando forte sul fenomeno Bitcoin e dopo aver lanciato un ETF criptovalute in Europa, ha deciso di introdurre la criptovaluta con la più alta capitalizzazione di mercato nei fondi pensione e di previdenza integrativa.
Giova ricordare che Fidelity è uno dei più grandi e importanti gestori di fondi. Il suo obiettivo è quello di permettere ai sottoscrittori di avere una parte dei loro fondi pensioni in Bitcoin. Questa novità è stata accolta con favore da parte di società fintech come MicroStrategy, che afferma di voler continuare ad essere la pioniera di Bitcoin per le corporation.
Infatti, MicroStrategy ha deciso di collaborare insieme a Fidelity per diventare la prima azienda quotata al mondo ad offrire ai propri impiegati la possibilità di investire parte dei loro fondi pensionistici in Bitcoin.
Si tratta di una mossa che ci saremmo aspettati soprattutto dalle aziende tecnologiche, e ci sono ancora ampi spazi di sviluppo per questa iniziativa. In ogni caso, si tratterà di un fondo pensionistico che prevede commissioni tra lo 0,75% e lo 0,90%.
Che succederà a Bitcoin?
È innegabile che le criptovalute stanno vivendo una fase in cui sono più adottate in ogni contesto della vita quotidiana. Molte nazioni come El Salvador, il Myanmar e la Rep. Centrafricana le considerano ormai moneta corrente, mentre il Messico spinge per una legalizzazione.
Un altro aspetto da sottolineare è che Bitcoin non viene più visto come asset speculativo ma come investimento di lungo periodo, anche a 10 anni. Si tratta di un cambio di paradigma da non sottovalutare assolutamente e che potrebbe influenzare tutto il settore delle criptovalute.
Ovviamente, tutto ciò avviene negli USA e in contesti dove Bitcoin è già piuttosto diffuso. In Europa, invece, la situazione è ben diversa. In primis, bisogna considerare un sistema pensionistico completamente differente rispetto a quello statunitense, e ciò rende più complesso l’inserimento di Bitcoin.
Ciò vale soprattutto in Italia, dove la previdenza sociale è interamente in mano dello Stato. Anche se, sempre più spesso, i fondi pensione privati iniziano a diffondersi e aziende come Online Sim offrono degli ottimi strumenti di previdenza integrativa.
Tutte queste novità non fanno altro che aumentare la fiducia sulle monete digitali decentralizzate, oltre che far salire le previsioni sulle criptovalute. Vedremo quando l’Europa sarà pronta ad abbracciare questa novità, intanto si tratta dell’ennesima occasione sprecata per il Vecchio Continente.
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