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La FED aumenterà i tassi a Marzo, cosa accadrà nel 2022?

Era la notizia che tutti aspettavamo ma dovevamo attendere mercoledì sera per averne la certezza. La FED ha deciso che probabilmente aumenterà i tassi di interesse verso marzo e ha riaffermato la sua volontà di smettere di acquistare obbligazioni a partire da quel mese.

Jerome Powell, capo della banca centrale USA, ha promesso una battaglia contro l’inflazione senza precedenti. Generalmente, gli aumenti dei tassi di interesse e un’eventuale riduzione di disponibilità di attività della FED, dovrebbe garantire una riduzione dell’inflazione fino al 2%.

Questa decisione non è stata facile da prendere, come lo stesso Powell ha confermato ai giornalisti. Ma il capo della FED è stato esplicito su un punto chiave: con l’inflazione alta e per ora apparentemente in peggioramento, la politica monetaria di quest’anno prevede di reprimere costantemente il credito e porre fine allo straordinario supporto che ha fornito all’economia statunitense durante la pandemia di coronavirus.

Le azioni USA crollano

La conferenza stampa di Powell non è stata accolta con benevolenzada parte dei mercati. Granparte delle azioni statunitensi, già in calo dall’inizio dell’anno dalle notizie della FED, hanno perso ulteriori punti. Powell, infatti, ha ripetuto che non è in grado di escludere un inasprimento ulteriore delle misure, se dovessero essere necessario.

L’indice S&P 500, che a un certo punto della giornata di ieri (25/01) era in rialzo di oltre il 2%, ha registrato forti vendite nel corso della conferenza stampa di Powell chiudendo in ribasso dello 0,15%. Il Nasdaq Composite, che aveva subito un duro colpo durante il sell-off di questo mese, ha concluso la giornata senza troppe variazioni.

Tasso inflazione USA

Invece, i rendimenti dei titoli del Tesoro a lunga scadenza sono aumentati quando Powell ha affermato durante la conferenza stampa che ci sarà la volontà di ridurre il portafoglio di oltre 8 trilioni di dollari della banca centrale.

Durante la conferenza, Powell ha cercato di bilanciare il fattore paura ma allo stesso tempo ha annunciato che l’inflazione potrebbe peggiorare. Inoltre, ha detto che la Fed potrebbe essere costretta a utilizzare più strumenti per attuare una riduzione del bilancio.

Le azioni della FED prenderanno vita in maniera più concreta durante la prossima settimana. Di fatti, l’orientamento è passato da una lotta alle ricadute economiche derivanti dalla pandemia, ad una lotta all’inflazione.

Dipenderà da come si comporterà l’inflazione stessa e Powell ha affermato che i funzionari sperano ancora che gran parte del miglioramento arrivi quando le scosse di assestamento della pandemia si allenteranno. In questo contesto, si sprigionano una serie di rischi tra cui quello della pandemia ancora in corso d’opera e i continui attriti tra USA e Russia per la questione Ucraina.

In ogni caso, secondo Powell, i politici potrebbero avere un po’ più di spazio per aumentare i tassi di interesse senza andare ad intaccare i progressi che si sono fatti nell’occupazione, nonostante la pandemia, e senza rallentare la ripresa economica. Si tratta di un contesto economico completamente diverso da quello con cui si è avuto a che fare intorno al 2015, quando l’inflazione era più alta, la disoccupazione più bassa e i tassi di interesse erano stati aumentati ad un ritmo piuttosto blando.

Cosa succederà dopo? Quali sono i rischi dell’intervento della FED? Abbiamo provato a riassumere nelle righe successive cosa accadrà qualora la FED decida di aumentare i tassi di interesse a partire da marzo. Un aspetto da valutare con estrema attenzione è il numero di aumenti del tasso di interesse durante il 2022 e quando avverranno nel corso dell’anno.

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I rischi dell’intervento della FED

A gennaio la FED aveva deciso di mantenere i tassi di interesse stabili ma aveva comunque avvisato che da marzo le cose sarebbero cambiate. Il risultato più plausibile per tutto il 2022 è che i tassi di interesse arriveranno intorno all’1,25%.

Ciò implicherebbe ben 4 aumenti durante tutto l’anno, divisi in almeno 4 scaglioni. Pertanto, l’aumento dei tassi di interesse dovrebbe seguire un andamento costante ogni tre mesi. In realtà, potrebbero esserci da tre a sei aumenti secondo le preoccupazioni dei mercati.

La FED afferma di non voler concentrare i suoi sforzi sui mercati finanziari, tuttavia, la recente elevata volatilità delle azioni potrebbe destare alcune preoccupazioni dal momento che lo S&P è diminuito di circa il 10% dall’inizio del 2022. Si tratta di un inizio particolarmente drammatico perché non c’è mai stato un movimento al ribasso così marcato all’inizio di un anno.

Il calo dell’indice S&P 500 di inizio 2022

Va da sé che l’intervento della FED di aumentare i tassi di interesse coincide con due preoccupazioni per questo 2022. La prima questione riguarda l’inflazione, considerata un fenomeno transitorio nel 2021, ma adesso valutata come un evento di lungo periodo. La FED potrebbe decidere di adottare delle misure più aggressive per domare i prezzi in aumento.

La seconda questione riguarda la pandemia. Come dichiarato dalla stessa FED, il percorso dell’economia dipende ancora dall’andamento del virus. Qualora le restrizioni e le politiche adottate dai vari Stati dovessero avere ancora un impatto negativo sull’economia, la FED interverrà in maniera più cauta sui tassi di interesse.

Tuttavia, i mercati vedono che l’inflazione salirà per tutto il 2022, bisognerà capire solamente di quanto.

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Francesco Dallari

Francesco Dallari

Laureato in “Strategie di Impresa e Management”, non potendone più di studiare mi sono detto: e se applicassi le mie conoscenze per aiutare le imprese ad acquisire nuovi clienti? Detto, fatto. Appassionato di musica (adoro i Beatles) e di criptovalute, nel tempo libero leggo libri sul Marketing e Finanza.