Sapevi che la maggior parte dei risparmiatori privati investe i propri risparmi nei fondi? Sono relativamente pochi coloro che hanno le competenze adatte per comprare azioni con successo: il resto preferisce acquistare strumenti più diversificati, per fronteggiare meglio la volatilità dei mercati.
L’universo dei fondi di investimento comprende due grandi galassie: quella dei fondi comuni, vale a dire il tradizionale investimento gestito, e quella degli ETF (exchange traded fund), strumenti negoziati in borsa direttamente dagli investitori.
Quale conviene scegliere? E come si fa a investire in fondi? In questa guida completa vediamo le caratteristiche di entrambi, vantaggi e svantaggi e dove si comprano.
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Investire in fondi: attivi e passivi
La cosa più importante da comprendere quando decidi di investire in fondi è cogliere la differenza sostanziale tra strumenti. Sai perché esistono migliaia di fondi d’investimento ma nessuno è uguale all’altro?
Anzitutto, un fondo viene creato da un gestore, che può essere una banca d’affari, una società finanziaria o un istituto. Aziende come Goldman Sachs, JPMorgan, Pictet, Vanguard, Fidelity, Lyxor o Eurizon sono solo alcuni dei grandi nomi della gestione patrimoniale.
I gestori possono impostare il funzionamento fondo in due modalità:
- gestione attiva;
- gestione passiva.
Gestione attiva: fondi comuni di investimento
Per investire in questi fondi non sono richieste delle competenze specifiche: infatti una volta analizzato il fondo sotto vari punti di vista (vedremo quali) devi solo lasciare che il gestore faccia il proprio dovere.
I fondi comuni d’investimento sono il modo più diffuso per investire i propri risparmi, perché permettono di fronteggiare rischi minori e investire senza necessità di essere troppo informati sul mondo della finanza.
Un fondo comune unisce i soldi di tanti piccoli risparmiatori e li investe seguendo una strategia.
Gli scambi maggiori avvengono tra enti, fondi e banche, che prendono il denaro dei clienti e lo smistano sul mercato.
Ogni fondo è diverso perché segue una strategia differente. Da essa dipendono le scelte di allocazione, il grado di rischio dello strumento e i rendimenti potenziali.
Questi rendimenti sono pubblici e si possono controllare sui siti dei gestori di fondi o su piattaforme come Morningstar.
Gestione passiva: fondi indicizzati ETF
Una seconda categoria di fondi è rappresentata dagli index fund, oggi chiamati ETF. Si tratta di strumenti finanziari veri e propri, scambiati in borsa come le azioni (da qui fondi indicizzati).
La composizione di un ETF dipende dall’indice di borsa che il gestore decide di assegnare come sottostante. Un exchange traded fund sul NASDAQ, per esempio, potrà seguire l’andamento del NASDAQ-100 o del NASDAQ Composite, due indici che monitorano il listino tech americano.
Muovendosi sulla base di un indice gli ETF non hanno bisogno di essere monitorati dal gestore, da qui la definizione di gestione passiva.
Anche il cliente ne beneficia, poiché questo richiede meno commissioni annue rispetto ai fondi comuni.
Tipologie di fondi
Investire in un fondo è un metodo per allocare il proprio capitale sui mercati finanziari in modo diversificato e semi-automatico. Gli investitori possono scegliere tra svariate tipologie di strumenti, a seconda della loro esposizione o della strategia seguita dal gestore.
I tipi di fondi (sia comuni che indicizzati) si divide per:
- composizione: esistono fondi azionari, obbligazionari e bilanciati;
- esposizione geografica: fondi cinesi, americani, europei, paesi emergenti, ecc.;
- mercati: fondi immobiliari, tecnologici, green economy, ecc.;
- politica di gestione: distribuzione dei dividendi o accumulazione.
Conviene investire in fondi comuni?
Le ragioni per cui per un per un piccolo risparmiatore potrebbe convenire investire in fondi comuni di investimento sono principalmente cinque:
- Procedimento semplice;
- Ti affidi a degli esperti;
- Investimento automatico;
- Economia di scala;
- Diversificazione con pochi soldi.
1. Procedimento semplice
Il primo è la semplicità della procedura. Infatti il fondo comune di investimento nasce come risorsa per risparmiatori che non vogliono investire da soli o non hanno le capacità per poterlo fare.
Dopo aver sottoscritto un fondo di investimento, tutti gli oneri della gestione e del monitoraggio del portafogli viene passato all’hedge fund in capo al fondo.
In altre parole, i tuoi soldi saranno nelle mani di esperti professionisti, che si occuperanno di prendere le decisioni più corrette per generare un ritorno di denaro.
2. Gestori esperti
Questo aspetto è collegato a un secondo vantaggio: poter contare su investitori esperti. Molte volte le persone non investono sui mercati (cosa sulla carta assolutamente conveniente) per paura di rimetterci i propri soldi o per mancanza di tempo.
Affidarsi a un fondo, una banca o un istituto eviterà di commettere errori da principianti e delegare a qualcun altro un’attività redditizia qual è l’investimento in borsa.
I professionisti sono molto più informati di un comune privato, e possono accedere a strumenti e dati che l’investitore medio spesso ignora.
3. Investimento automatico
Il terzo vantaggio, sempre sotteso, è l’automazione. Una volta partito l’investimento gestito non ci sarà più bisogno di fare altro. Gli esperti penseranno a tutto, ottimizzando il portafogli anche in base ai fatti e agli eventi macroeconomici che accadono nel mondo.
Tu dovrai solo monitorare periodicamente le performance del fondo comune e valutare il da farsi:
- Incrementare la posizione;
- Mantenere il capitale;
- Vendere per prendere i profitti / limitare le perdite.
4. Economie di scala
Il quarto aspetto che rende conveniente investire in fondi comuni di investimento è l’elevata quantità di capitali.
I gestori hanno a che fare con tanti privati, e spesso dispongono di miliardi di euro da investire. Questo permette loro di collocare questi soldi in modo più efficiente, pagando commissioni più contenute di quelle che un singolo risparmiatore dovrebbe fronteggiare operando da solo.
Questo però non significa che i fondi comuni di investimento siano strumenti economici. Le spese di gestione attiva sono un loro punto debole, ed esistono alternative con costi drasticamente più bassi.
5. Diversificazione
Il quinto vantaggio è forse uno dei più importanti: la diversificazione. Un privato che possiede 1.000 euro da investire si trova di fronte al problema di dover selezionare gli strumenti per rimanere nel budget.
I titoli large-cap, come Apple o Microsoft, hanno una quotazione elevata e con un piccolo capitale può comprare poche quote (lasciamo stare Amazon, che vale più di 3.000$).
Di conseguenza si esporrà maggiormente al rischio di mercato, perché il destino dei suoi mille euro investiti dipenderanno solo dall’andamento di Apple, Microsoft o pochi altri.
Non può diversificare abbastanza bene, quindi. Ma se comprasse titoli con prezzi più bassi?
Le società small-cap hanno altri problemi: sono più volatili e le informazioni reperibili sul loro conto più difficili da trovare.
Investire in un fondo comune di investimento risolve tutto. Infatti permette di diversificare tantissimo il proprio portafogli anche con una somma molto bassa.
I fondi di investimento, infatti, hanno in mano moltissimi soldi e possono comprare tantissimi strumenti diversi.
Questo permette al risparmiatore sia di accedere a frazioni di società / strumenti obbligazionari ad alta capitalizzazione sia di ridurre il rischio.
La diversificazione, infatti, aiuta a non dipendere necessariamente dall’andamento di pochi strumenti, ma di diluire la volatilità su tanti mercati differenti.
Investire in fondi comuni: i rischi
Come ogni prodotto finanziario, anche i fondi comuni di investimento hanno i loro lati negativi. Tre in particolare sono gli svantaggi di investire in un fondo di investimento:
- Costi elevati
- Nessun controllo
- Conflitti di interesse
1. Costi di gestione
La principale ragione per cui gli investitori consapevoli rigettano ogni tipo di fondo comune sono i costi.
Affidarsi a esperti professionisti costa. Le società infatti eseguono analisi di mercato, monitorano e bilanciano costantemente il portafogli, facendosi pagare per questo.
La voce costi in un fondo di gestione può essere anche salata: alcuni strumenti richiedono una commissione annua che supera il 2%.
Un ETF in confronto applica costi drasticamente più bassi, che in genere non superano lo 0,5%.
Le commissioni di gestione applicate dai gestori dei fondi comuni spesso non vengono pesate a sufficienza dagli investitori, perché spesso non sono percepite. Vengono scalate dal capitale un po’ in sordina, e anche per questo si parla a volte di “costi invisibili”.
Attenzione però. Sottovalutarle può essere un grosso errore, perché potrebbero impattare (e anche pesantemente) sui rendimenti dell’investimento.
Se per esempio un fondo dovesse concludere l’anno in perdita, per esempio, al saldo negativo si aggiungerebbero anche i costi di gestione (fissi).
Inoltre valuta anche i costi di entrata e di uscita, che già con capitali medio bassi (1.000-5.000€) potrebbero arrivare anche ad alcune centinaia di euro.
2. Assenza di controllo
Quando decidi di investire in fondi comuni lasci piena libertà al gestore di allocare al meglio i capitali sul mercato.
Se la società è abile e tu non hai le competenze per decidere dove mettere i risparmi questo è un bene. Ma l’altra faccia della medaglia è che non avrai alcun potere decisionale sull’allocazione del tuo denaro.
Non ti piace la politica adottata dal gestore? Non puoi fare altro che vendere la tua posizione e cercare fondi di investimento migliori.
3. Conflitto di interessi
Spesso l’investimento in fondi comuni viene consigliato dalle banche, che vedono nello strumento una soluzione ponderata da offrire al cliente medio.
Gli istituti, però, stringono accordi con i gestori concordando delle commissioni di ritorno, cioè delle provvigioni al collocamento di quote del fondo.
Alcune grandi banche, come Intesa Sanpaolo o Unicredit, hanno perfino i propri fondi comuni d’investimento.
Qualunque sia il caso, le banche potrebbero avere interesse a offrire gli strumenti per loro più redditizi, anche se per il cliente non sono i più performanti.
Stessa cosa per i gestori del fondo. Scegliendo loro quali strumenti comprare potrebbero decidere di acquistare/scartare alcuni titoli per loro interesse, e non per i piccoli risparmiatori.
Investire in fondi indicizzati (ETF)
I fondi indicizzati ETF, invece, non si scambiano in banca. Molto spesso, infatti, gli istituti tendono a suggerire altri strumenti per i risparmiatori.
Le ragioni sono sostanzialmente due:
- le banche generano meno commissioni dalla collocazione di ETF;
- i fondi indicizzati sono strumenti più volatili dei fondi comuni, perché vengono scambiati in borsa come le azioni.
Normalmente, chi vuole investire in ETF lo fa in autonomia su piattaforme di scambio online. I broker di trading come eToro offrono una lista di fondi indicizzati da scambiare in versione CFD (contratti derivati), mentre siti come DEGIRO ti permettono di comprare direttamente il fondo sottostante.
Se vuoi sapere di più su come investire in fondi ETF passa alla guida che abbiamo dedicato all’argomento.
Alternative ai fondi comuni d’investimento
Investire in fondi comuni d’investimento è una pratica tradizionale e a volte poco apprezzata dalla branca di investitori di livello avanzato. I costi di gestione eccessiva e i conflitti di interesse spesso frenano i rendimenti e fanno storcere il naso ad alcuni.
Un’alternativa interessante al fondo comune di investimento è valutare l’acquisto di uno dei Copyportfolio eToro, pacchetti azionari realizzati dal team analyst del broker per i trader che guardano anche al lungo periodo.
Copyportfolio include una lunga lista di fondi azionari, creati sulla base di trend promettenti o segmenti di mercato specifici come:
- healthcare;
- cyber security;
- criptovalute;
- fintech;
- grandi banche;
- energia pulita;
- dividend king.
Il 51% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando scambia CFD con questo fornitore. eToro è una piattaforma di investimento multi-asset. Il valore dei tuoi investimenti può aumentare o diminuire. Il tuo capitale è a rischio.
Un’altra soluzione è scegliere un robo advisor come Tinaba o Moneyfarm, gestori di risparmio automatici che ti permettono di investire in fondi indicizzati (ETF) senza il tuo intervento diretto.
Investire in fondi – Domande frequenti
L’investimento in fondi comuni è caratterizzato dalla diversificazione e dalla gestione degli esperti, ma comporta commissioni elevate. È comodo, ma non è esattamente la soluzione più conveniente. Scopri cosa lo è maggiormente.
Ogni strumento ha i suoi pro e contro. Investendo in fondi comuni consegni i tuoi soldi a una società che deciderà come allocarli al meglio, applicando delle commissioni per il gestito. Gli ETF invece puoi scambiarli in borsa in autonomia, ma dovrai monitorare l’investimento in prima persona. Scopri di più.
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