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Crollo in borsa: Come proteggere i propri investimenti in caso di crisi

La storia è costellata da periodi di crisi. Arrivano all’improvviso, non durano a lungo ma hanno un impatto spesso devastante. L’ultima in ordine cronologico, l’epidemia di coronavirus ormai mondiale, sta mettendo a dura prova le economie dei Paesi e i nervi degli investitori portando al crollo della borsa.

Chi ha investito i propri soldi all’inizio del 2020 oggi si ritrova non solo con perdite consistenti, ma a dover fare i conti anche con l’impatto psicologico che il danno economico si porta dietro.

Piazza Affari, le borse Europee e Wall Street sono in preda alla volatilità sui timori della ripresa economica e di una nuova ondata di contagi. Per molti esperti un imminente nuovo crollo di Borsa si profila all’orizzonte.

In questo clima di profonda incertezza viene spontaneo chiedersi come proteggere i propri risparmi dal tracollo delle borse, rialzarsi dalle perdite ricevute e preparare un portafoglio per la ripresa. Vediamo cosa si può fare.

Conoscere la Crisi

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Nei periodi di crisi investitori e mercati assumono un comportamento ricorrente:

  • crolla la fiducia degli investitori;
  • la previsione di un calo degli utili o la preferenza per la liquidità scatenano vendite diffuse su tutti i titoli;
  • i mercati crollano, innescando una reazione a catena.

Questo può indurre a pensare che ciclicamente una crisi porti alle stesse conseguenze, ma non è sempre così. Il recente crollo del prezzo del petrolio è esemplare: di fronte a una crisi il costo del greggio è sempre schizzato alle stelle (nel 2008 il WTI Crude aveva toccato i 140$ al barile). Il coronavirus, invece, sta spingendo il petrolio sotto i 30$.

Per capire come proteggere al meglio i risparmi, ogni fase di recessione va analizzata nella sua interezza e complessità, cercando di prevedere quali effetti potrà avere non solo nel brevissimo (quelli sono chiari), ma soprattutto nel medio-lungo termine.

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La natura delle crisi

Uno dei motivi che rendono le crisi difficili da prevedere e sempre diverse è la loro natura. La recessione arriva all’improvviso e rovinosamente sui mercati perché ha sempre un periodo di incubazione, durante il quale una causa scatenante innesca una serie di fenomeni avversi che presenteranno il conto tutti nello stesso momento.

Le cause di una crisi possono essere:

  • endogene: fenomeni che nascono all’interno del sistema economico-finanziario (es. una bolla speculativa, una crisi del debito, l’uscita dall’euro);
  • esogene: fatti o eventi che non dipendono dall’economia (es. una guerra, una catastrofe climatica o un’epidemia).

È evidente che una crisi finanziaria come quella vissuta negli anni 2000 dopo lo scoppio della bolla dot com ha provocato una reazione ribassista come quella innescata da COVID-19, ma gli effetti che si preannunciano saranno ben diversi (per l’economia e la società).

Le crisi nella storia

Per molti investitori la crisi della borsa non rappresenta di certo una novità. Le fasi recessive si sono già verificate, ritornano, ma ciascuna lascia qualche insegnamento. Per questo conoscere quelle passate può aiutare l’investitore a leggere i segnali della crisi di oggi (o di domani) e prendere decisioni migliori per proteggere i propri soldi.

Crisi del ’29

Cause dello scoppio della crisi del ’29 (endogene):

  • boom economico sfociato in un eccesso di produzione;
  • forti speculazioni in borsa di investitori e banche;
  • valore dei titoli azionari alle stelle.

La Grande Depressione, o crisi del 1929, è il benchmark di tutte le crisi finanziarie. Il giovedì nero di Wall Street dimostrò al mondo gli effetti rovinosi di una speculazione incontrollata.

I ruggenti anni Venti portarono a una smisurata fiducia nel credito ai privati e alle imprese, mentre sui mercati banche e investitori compravano e vendevano titoli facendo fortuna. Il 24 ottobre il livello dei prezzi a Wall Street era così elevato che moltissimi corsero a vendere le proprie quote azionarie, facendo scoppiare la bolla e mandando in crisi il sistema.

Fallirono le banche, molti trader rimasero sul lastrico e molte aziende dovettero chiudere, creando una forte disoccupazione. Gli USA ritirarono i propri capitali dall’Europa, esportando la depressione oltreoceano.

Crisi del 1987

Cause (ipotizzate) della crisi del 1987:

  • globalizzazione finanziaria;
  • avvento dei programmi di trading tecnologici;
  • scoppio di una bolla speculativa sul mercato di Hong Kong;
  • panico sui mercati globali.

Il lunedì nero di Wall Street è associato al 19 ottobre 1987, giorno in cui la borsa americana subì improvvisamente un crollo del -22,6%. Sui motivi di questa breve (e improvvisa) crisi finanziaria non c’è ancora chiarezza, ma la maggioranza sostiene che la colpa fu del pesante tonfo della borsa di Hong Kong.

In quegli anni si stava assistendo alla prima globalizzazione finanziaria, dove tutti potevano investire in qualsiasi mercato mondiale. Questo anche grazie a nuovi software che per la prima volta permettevano anche di inserire lo stop loss a ogni investimento.

La tecnologia e la globalizzazione contribuirono ad amplificare la bolla: scoppiò a Hong Kong, ma i software di tutto il mondo iniziarono a ritirare gli investimenti automaticamente. Il panico delle vendite diffuse fece il resto, spingendo le borse a ribassi rovinosi.

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Crisi del 2008

Cause endogene dello scoppio della crisi del 2008:

  • scoppio della bolla del mercato immobiliare;
  • crisi dei mutui subprime;
  • bancarotta di istituti di credito e banche;
  • tonfo delle borse mondiali.

Alcuni la chiamano crisi del 2008, altri crisi del 2007-2009 e altri ancora crisi 2008-2014. In ogni caso, la Grande Recessione è l’ultima profonda fase recessiva dell’era moderna prima dello scoppio del coronavirus. Nasce negli Stati Uniti e come nel ’29 finì inevitabilmente anche sull’Europa (Italia in primis).

crollo di lehman brothers
Il crack di Lehman Brothers nel settembre 2008

Il fenomeno scatenante qui fu il crack del mercato immobiliare, spinto al rialzo dalla concessione sfrenata di mutui da parte delle banche anche a soggetti ad alto rischio debitorio (subprime). L’aumento dei tassi d’interesse improvviso complicò la posizione finanziaria dei debitori. Molti non riuscirono a ripagare il debito, rinunciando all’acquisto di casa e aprendo un enorme buco finanziario.

La crisi colpì le banche mondiali, portando alla storica bancarotta della Lehman Brothers e al crollo delle borse. Uno shock del debito aveva appena generato una crisi finanziaria, destinata a propagarsi anche in Europa, colpendo soprattutto gli stati con un debito pubblico già molto pesante.

Crisi da Coronavirus 2020

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Veniamo alla crisi odierna, quella innescata dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus nel mondo. A differenza delle fasi recessive precedenti, oggi ci troviamo di fronte a un evento mai visto finora. Per contenere la diffusione, infatti, i Paesi stanno fermando l’economia.

Non si tratta di bolle o speculazioni: il mercato finanziario sta rallentando per ragioni esterne al sistema. Un po’ come capitò con la pandemia di influenza spagnola nel primo dopoguerra, che portò ingenti perdite di vite umane ma non danneggiò eccessivamente la borsa. O almeno, non come sta facendo COVID-19.

La diffusione del virus ha bloccato l’economia globale più di una guerra o un terremoto, cause sempre esogene ma che di solito interessano solo un Paese o un settore finanziario. Le grandi imprese non lavorano, in molti temono che gli effetti possano durare per molto tempo sfiduciando i mercati. Persino i beni rifugio hanno subito il colpo.

Alcuni stimano che gli effetti di COVID-19 innescheranno una serie di future micro-crisi (come quella del petrolio), oltre a tagliare le previsioni di crescita del PIL mondiale, compromettere il sistema domanda-offerta e mettere a rischio milioni di posti di lavoro. Come muoversi per difendere i risparmi, quindi?

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Capire gli effetti della crisi

Oltre a studiare le cause, quando si finisce dentro una crisi finanziaria bisogna provare a prevedere anche gli effetti che la recessione si porterà dietro. È importante fare questa analisi per trovare la rotta e direzionare i propri investimenti nel breve, medio e lungo termine.

I più colpiti sono i ricchi (ma solo nel breve)

Più si cade dall’alto e più ci si fa male. Vale anche per le crisi finanziarie, dove a farne le spese maggiori sono quasi sempre i più ricchi. Chi ha dei grossi capitali investiti (100.000 euro, 1 milione o più) subirà chiaramente le maggiori perdite nell’immediato rispetto all’anno precedente.

Durante l’influenza spagnola, per esempio, i redditi dei più ricchi sono diminuiti del -5%, un crollo già importante se pensiamo a cento anni fa. Figuriamoci oggi quali conseguenze può avere una pandemia sui portafogli più consistenti (non solo azionari, ma anche immobili, fondi, ecc.).

La crisi ricade sui più poveri

Nel lungo periodo, però, la situazione potrebbe ribaltarsi e ricadere sulle fasce più povere. Anche se non sono esageratemente toccate dal crollo delle borse, il ceto medio e operaio potrebbe subire i maggiori effetti della crisi negli anni successivi.

Chi ha meno disponibilità svincola i propri investimenti per tornare alla liquidità, perdendosi le opportunità di crescita future. Inoltre potrebbe fare i conti con la perdita del lavoro, la diminuzione del proprio potere di acquisto e altro ancora.

I più facoltosi potrebbero invece proteggere i loro soldi nel periodo di crisi comprando ancora più titoli svalutati e aspettare la lenta ripresa che verrà, mantenendo intatto il proprio potere di acquisto.

Effetto crisi sui mercati

In borsa la crisi finanziaria si traduce quasi sempre con un segno meno. Gli investitori preferiscono incassare i rendimenti degli investimenti fatti prima che lo faccia qualcun altro svalutando quel titolo. Così si innescano una corsa al ribasso, una fuga verso la liquidità o verso altre forme di investimento come:

  • obbligazioni di Stato;
  • conto deposito o conto postale;
  • beni rifugio: oro, argento, platino;
  • forme di investimento alternative: diamanti, orologi, quadri, auto d’epoca.

A seconda delle sue cause, una crisi finanziaria può colpire un segmento del mercato e favorire lo sviluppo di un altro. Secondo alcuni, per esempio, l’epidemia di coronavirus sta facendo scappare gli investitori verso le azioni del settore farmaceutico, speculando sul loro volume di affari e sulla possibile scoperta del vaccino.

Sfruttare i benefici di una crisi

Come abbiamo accennato, non è sempre vero che una crisi finanziaria sia un evento nefasto per chiunque. Come diceva J. F. Kennedy, la parola crisi in giapponese ha un doppio significato: pericolo e opportunità.

Anzitutto, lo shock sui mercati scatena una forte volatilità e fa crollare i prezzi degli strumenti finanziari, condizioni molto favorevoli rispettivamente per il trader e per l’investitore (vedremo la distinzione).

Inoltre, il crollo della borsa fissa delle vette sui prezzi dei titoli. Questo aspetto è molto importante nell’analisi tecnica, perché permette agli investitori di capire qual è il livello di fiducia che un’azione potrebbe raggiungere.

Prendiamo per esempio le azioni Tesla: il tetto di 960 dollari raggiunto dal titolo prima di crollare sarà un riferimento in futuro, quando l’azienda riprenderà a correre. Gli investitori guarderanno a 960 dollari come un riferimento, per capire quale potrebbe essere il sentiment collettivo e quali mosse fare per proteggere i propri soldi.

Senza contare che nel lungo termine la crisi potrebbe anche rendere Governi e persone più responsabili creando una sorta di difese immunitarie. Nel caso del coronavirus di oggi, per esempio, il sistema sanitario potrebbe uscirne più rafforzato e preparato a contrastare emergenze future.

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Investitori e trader: come operare?

Concretamente: cosa può fare un investitore per difendere i suoi risparmi in un periodo di crisi? La risposta dipende dall’eventuale strategia scelta per giocare in borsa.

Per capirci, quando entri sul mercato finanziario puoi farlo in due modalità:

  • investitore: chi compra strumenti finanziari e li conserva per un periodo di tempo medio-lungo;
  • trader: chi compra e vende anche più volte al giorno titoli, valute e altri prodotti.

Se sei un investitore (di somme ragionevolmente contenute) puoi vivere un periodo di crisi come una pausa. La tempesta sui mercati chiaramente può penalizzare i tuoi investimenti, ma se il tuo obiettivo è un rendimento di lungo periodo potresti aspettare che il mercato si riassesti in futuro. Ragiona bene prima di cedere i tuoi titoli: farlo precipitosamente potrebbe farti perdere i prossimi rimbalzi della borsa.

Se invece ti senti un trader, in una fase di crisi è il momento di darsi da fare. La fortissima volatilità sui mercati è l’onda che devi cavalcare per trarre il massimo profitto, prima che il mare torni calmo e le creste al rialzo (o al ribasso) spariscano. Studia con attenzione le fasi recessive cercando di anticipare i rimbalzi o di investire al ribasso quando prevale la sfiducia.

Quando entrare sui mercati?

Anche in questo caso la risposta dipende dall’approccio personale al mercato finanziario. Un vero trader entra immediatamente su un mercato azionario colpito dalla crisi, per attingere a piene mani dalle occasioni di forte volatilità.

Un investitore invece deve scegliere attentamente il timing di ingresso. È importante cogliere il momento in cui il mercato tocca il suo fondo per poi risalire gradualmente e uscire dalla crisi. Certo gli utili delle azioni acquistate ne risentiranno, ma con il giusto tempismo sarà possibile fare il pieno di titoli azionari a prezzo di saldo e ottenere rendimenti considerevoli nel medio-lungo periodo.

La paura di restare fuori può portarti a commettere degli errori. Per rischiare il meno possibile conviene rinunciare a un po’ di speculazione e ritardare leggermente l’ingresso.

Dove mettere i risparmi

La domanda clou che si fa l’investitore durante la crisi è proprio questa: dove metto i miei risparmi? Ritiro tutto dal mercato o ribilancio il mio portafogli? Quali sono le mosse che mi permetteranno di difendere i miei soldi? E se ho subito delle perdite è meglio aspettare una ripresa o uscire?

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Liquidità

  • Perché sì: in caso di emergenza hai soldi in tasca;
  • Perché no: rischio svalutazione e profitti mancati.

È la scelta primaria che ogni risparmiatore cerca di fare. Quando il mercato finanziario non offre delle condizioni abbastanza favorevoli, con rendimenti incerti o perdite diffuse, le persone preferiscono tenere alta la propria liquidità.

Avere del contante in un momento di crisi può sempre servire. Potrebbe essere necessario comprare beni di prima necessità, comprare medicinali e altro ancora. Oppure, semplicemente, eviterà di esporsi in investimenti che potrebbero non andare a buon fine, contribuendo a difendere il risparmio di una vita.

Soldi in banca: sono al sicuro?

  • Perché sì: copertura sul conto fino a 100.000 euro;
  • Perché no: rischio bancarotta e prelievi forzosi (crisi estrema).

Un tempo le banche erano considerato il posto più affidabile dove mettere i propri risparmi. Oggi però le crisi finanziarie hanno insegnato che nemmeno gli istituti bancari sono un luogo sicuro al 100%.

La storia di Lehman Brothers, e le più recenti banca Etruria o Carige, ha fatto crollare ogni certezza e spinto molti risparmiatori a non fidarsi troppo. Per esempio, è buona regola non tenere più di 100.000 euro su un unico conto bancario: in caso di bancarotta, infatti le banche potrebbero procedere con il bail in e chiedere una mano ai propri correntisti per salvare i bilanci.

Prelievi forzosi per il momento non sono previsti, ma in un momento di crisi conviene sempre interrogarsi (anche se i tuoi soldi sono nel caveau di un banca).

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Obbligazioni

  • Perché sì: rendimenti BTP in crescita;
  • Perché no: rischio di insolvenza da parte di Stati e società.

L’obbligazione è uno strumento percepito come più sicuro rispetto a titoli azionari o indici, specialmente nel pieno di una crisi. Molti scelgono di proteggere i propri risparmi sottoscrivendo titoli di debito perché le società o i Governi sono tenuti a onorare.

Chi opta per una strategia a basso rischio sceglie corporate bond di imprese affermate, fiduciosi nella loro tenuta, oppure in titoli di Stato di Paesi attrezzati per superare una crisi (es. Germania o USA).

Alcuni titoli di Stato offrono un rendimento maggiore nei momenti di grande volatilità dei mercati, come avviene con i BTP italiani a causa dello spread. Può essere un’opportunità interessante, ma anche nascondere dei rischi maggiori.

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Beni rifugio

  • Perché sì: copertura dall’inflazione;
  • Perché no: minore liquidità e pericolo svalutazione.

Storicamente in tempo di crisi finanziarie gli investitori ripiegano sull’acquisto dei cosiddetti beni rifugio, come oro e altri metalli preziosi. Investire in lingotti d’oro è un modo per proteggere i propri soldi dall’inflazione, convertendo il contante in un bene con valore intrinseco.

Comprare un lingotto però ridurrà chiaramente la disponibilità liquida che in un momento di massima crisi potrebbe tornare molto più utile (non puoi fare la spesa pagandola in oro). Senza contare che per la prima volta la recessione innescata dal coronavirus ha colpito anche la quotazione dell’oro. Per molti si tratta di una flessione temporanea, ma COVID-19 ha scardinato un’altra “certezza” della finanza.

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Comparti azionari

  • Perché sì: rendimenti potenziali altissimi;
  • Perché no: rischio volatilità alle stelle.

L’ultima soluzione dove mettere i propri risparmi è tenerli sul mercato azionario, ma spostarli su altri comparti. Gli esperti suggeriscono di puntare sul settore farmaceutico o su quello dei consumi ricorrenti (come catene di supermercati o produttori di generi di prima necessità).

Attenzione anche all’hi-tech, alle piattaforme per lo smart-working e l’e-learning (adottate un po’ in tutto il mondo) e all’intrattenimento digitale (social network, servizi di streaming e simili).

Alcuni di questi titoli stanno attraversando un periodo di forte volatilità perché gli investitori scelgono di rifugiarsi in massa. Una crescita così rapida potrebbe lasciare il posto a un improvviso ribasso da sopravvalutazione, quindi anche in questo caso è fondamentale rimanere prudenti.

Passata la crisi: come investire?

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Ogni cosa sulla Terra ha un inizio e una fine, anche le crisi finanziarie. Malgrado non si possa prevedere il periodo giusto, prepararsi alla ripartenza dei mercati è essenziale tanto quanto difendere i risparmi quando si vive la crisi.

Per chi investe in borsa con un obiettivo temporale medio-lungo guardare avanti oltre la recessione è essenziale. Posizionarsi sui titoli che soffrono maggiormente potrà essere la chiave di successo non appena la tempesta sui mercati sarà passata.

Molti titoli sia a Wall Street che su Borsa Italiana hanno perso moltissimo del loro valore. Parecchi di questi si sono sgonfiati, ma altri sono addirittura sottovalutati dal mercato. Aggiudicarsi questi ultimi titoli per primi significa assicurarsi un ottimo successo per i tempi a venire.

Ci sono delle opportunità di investimento nell’immediato? In Cina hanno lanciato con successo i Coronavirus bond, ossia delle obbligazioni emesse finanziare le spese per la lotta alla diffusione del virus. L’emissione di questi strumenti ha offerto al Tesoro cinese già 34 miliardi di dollari, motivo per cui il governo italiano e l’Europa stanno valutando anche loro questa mossa.

I rendimenti di questi prodotti si aggirano tra l’1,6% e il 6%, molto più di un’obbligazione di Stato ma allo stesso tempo garantiti dai governi. In più, trattandosi di capitali impiegati per l’emergenza COVID-19, si tratterebbe anche di soldi “spesi beni”.

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Idee chiave per investire con il Coronavirus

In conclusione, ecco alcune regole di buona condotta da seguire per continuare a investire ai tempi della crisi:

  1. Scegli il tuo approccio agli investimenti
  2. Diversifica il tuo portafoglio
  3. Controlla le tue emozioni
  4. Investi in quello che conosci

Anzitutto fissa l’orizzonte temporale che hai in mente come investitore: ti aiuterà a prendere le decisioni in modo più coerente. Se temi una volatilità prolungata sui mercati e sei un trader esperto, potresti aprire e chiudere posizioni in giornata, senza esporti troppo al rischio. Se credi nella ripresa è il momento di comprare e tenere gli strumenti finanziari che hanno subito un forte deprezzamento.

Qualunque sia il tuo approccio ricorda di diversificare il portafogli. È una regola fondamentale sempre, ma lo è ancora di più in questo momento di instabilità finanziaria. Un po’ come lavarsi bene le mani: eviterai che gli effetti del coronavirus contagino tutti i tuoi risparmi.

Il terzo consiglio è controllare le proprie emozioni. I tempi di crisi spaventano e fanno allarmare, ma in questi casi che serve mantenere il controllo. Certo, è importante verificare la propria strategia di investimento e nel caso modificarla, ma prendere delle decisioni affrettate e mosse dall’emotività potrebbe peggiorare ulteriormente le condizioni dei propri risparmi.

Infine, l’invito è sempre quello di investire in ciò che si conosce evitando di seguire la massa o lanciarsi su strumenti sconosciuti e apparentemente più redditizi. Per salvare i propri risparmi in un momento di crisi serve navigare acque conosciute, anche a costo di rinunciare a grossi rendimenti che potrebbero rimanere tali solo sulla carta.

Come salvare i risparmi dalla crisi – Domande frequenti

Quando avverrà il prossimo crollo delle borse?

Nessuno può dirlo con esattezza. Il mercato è influenzato da fattori endogeni (come nella crisi del 2008) ma anche esogeni (come il coronavirus per il 2020). Qui ti offriamo dei suggerimenti per imparare a prevederle in futuro.

Come proteggersi dal rischio crollo delle borse nel mondo?

Le contromisure da prendere dipendono dalle cause della crisi e dalla sua portata. Ogni crollo della borsa è diverso e va analizzato e compreso per anticipare i suoi possibili effetti e capire come proteggersi. In questa guida puoi vedere le strategie più diffuse tra gli investitori.

Cosa significa crollo delle borse?

Il significato di crollo della borsa è una fase dei mercati finanziari caratterizzata da un brusco, diffuso e profondo ribasso degli indici, provocato da vendite diffuse di azioni, ETF e altri strumenti da parte degli investitori (che per timore di una crisi reale preferiscono avere liquidità).

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Jacopo Curletto

Jacopo Curletto

Jacopo Curletto è un navigatore esperto dei mercati finanziari con una solida base in Economia e Statistica, che si dedica con passione alla scrittura di contenuti su Finaria. Dal 2017, Jacopo ha abbracciato il mondo online, investendo e svelando le dinamiche del mondo finanziario a una vasta audience. Con la sua acuta comprensione della finanza personale e una naturale propensione per la comunicazione efficace, è diventato un punto di riferimento per i lettori che cercano consigli pratici e analisi approfondite.

Dal 2019, Jacopo cura con dedizione i contenuti di Finaria.it, arricchendo la piattaforma con articoli che non solo informano, ma puntano a educare i lettori attraverso il labirinto dei mercati finanziari. Ogni suo articolo riflette una profonda comprensione delle tendenze attuali e una sincera volontà di aiutare gli altri a orientarsi nel mondo degli investimenti con consapevolezza e sicurezza.

Jacopo continua ad esplorare nuove strategie di investimento e ad ampliare il suo orizzonte finanziario, mantenendo sempre un occhio aperto sulle ultime novità del settore. La sua curiosità inesauribile rende i suoi articoli una risorsa preziosa per chiunque sia interessato a migliorare la propria alfabetizzazione finanziaria.