La correlazione tra Bitcoin e azioni e obbligazioni si sta rafforzando e ciò potrebbe significare che l’inverno delle crypto durerà ancora molto a lungo. Il team di Kaiko (un importante analista sui dati delle criptovalute) ha sottolineato che ci sono una serie di preoccupazioni riguardo l’inflazione e l’inasprimento delle misure della FED che hanno portato gli investitori a fidarsi meno degli asset rischiosi e di quelli a reddito fisso.
Quali sono le conseguenze che una situazione di questo tipo potrebbe portare? Abbiamo deciso di discuterne nelle prossime righe.
La correlazione tra Bitcoin con azioni e obbligazioni cresce
Negli ultimi mesi, la FED ha deciso di alzare i tassi di interesse per rallentare l’economia e contrastare la dilagante inflazione che gli USA stanno vivendo. Nonostante questo, il tasso di inflazione negli Stati Uniti non è diminuito come previsto e ciò ha determinato un calo complessivo sia nel mercato delle crypto che in quello azionario. A ciò bisogna aggiungere anche il recente dato CPI non proprio positivo.
Il valore delle azioni è sceso dopo che i dati di agosto sull’inflazione sono stati superiori alle attese. Il futuro potrebbe essere ancora più duro per settori come le criptovalute, sempre più in balia degli eventi.
Il NASDAQ ha perso il 28% del suo valore, l’ETF iShares Aggregate Bonds ha perso il 12%, mentre Bitcoin ha ceduto oltre il 50% del suo valore dall’inizio dell’anno. La politica monetaria applicata da parte della FED ha diminuito il flusso di denaro verso gli asset a maggior rischio e ciò ha messo alla prova le tradizionali strategie per diversificare gli investimenti.
In questo contesto, cresce la correlazione tra Bitcoin, obbligazioni e azioni, dopo una breve diminuzione vista durante l’estate. Alcuni studi suggeriscono che il continuo aumento incontrollato dei prezzi al consumo potrebbe essere una delle ragioni della relazione positiva tra obbligazioni e asset di rischio.
L’inverno delle crypto non accenna a fermarsi
Attualmente, il prezzo di Bitcoin continua ad andare verso il basso anche a causa di un mercato del lavoro che continua a sgretolarsi. Bitcoin è stato a lungo lodato come asset resistente all’inflazione: si tratta ancora di un’affermazione valida, sempre tenendo conto il momento in cui Bitcoin è stato acquistato.
Difatti, bisogna sottolineare che Bitcoin abbia perso più della metà del suo valore a partire dall’inizio del 2022. Invece, il rendimento delle obbligazioni statunitensi indicizzate all’inflazione è aumentato di 100 punti base, sollevando più di una preoccupazione in merito agli asset più rischiosi come le criptovalute.
Il rendimento reale potrebbe ulteriormente crescere nei prossimi mesi, deludendo gli appassionati di Bitcoin che speravano in una risalita del proprio “beniamino”. Ciò significa che comprare Bitcoin e iniziare ad accumulare crypto è ancora conveniente, prima dei futuri rialzi.
Parlando di correlazioni, è importante notare che i titoli collegati alle criptovalute sono sensibili alle fluttuazioni dei prezzi di Bitcoin. In questo gruppo ci sono realtà che hanno investito in Bitcoin, miner di criptovalute oppure altre società Fintech interessate a questo mondo.
Detto questo, alcuni osservatori ritengono che il calo delle crypto non è stato dettato dall’inflazione. La motivazione è da riscontrare nell’aumento dei tassi di interesse che si traducono in titoli di stato più remunerativi e nella spinta ad acquistare obbligazioni estere.
Alla luce dei fatti attuali, sembra che questo trend sia destinato a continuare e con esso l’inverno delle crypto si allunga.
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