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Mining di Bitcoin e indipendenza energetica: cosa c’è di vero?

Una delle ultime uscite di Anthony Pompliano, un importante investitore finanziario americano, ha destato discussione nell’ambiente crypto. Secondo quanto riferito da uno dei punti di riferimento del mondo criptovalute, il mining di Bitcoin basato sul Proof-of-Work consentirà di ottenere indipendenza dal punto di vista energetico.

Ma cosa significa?È’ davvero così? Difficile capire cosa intenda Pompliano con un semplice tweet di qualche carattere. Tuttavia, abbiamo provato ad approfondire questo discorso nelle prossime righe cercando di capire come questa affermazione possa rivelarsi veritiera. 

Cosa vuole dire Anthony Pompliano?

Anthony Pompliano

Come detto, non è chiarissimo quello che vuole lasciare intendere Pompliano con il suo tweet. Tuttavia, questa affermazione potrebbe essere facilmente collegata a quanto detto dallo stesso Anthony in una sua newsletter del 24 febbraio di quest’anno. 

In quella comunicazione al proprio pubblico, oltre ad accenni alla guerra tra Russia e Ucraina, Pompliano ha toccato anche altri temi tra cui quello delle fonti energetiche e di Bitcoin. 

Riferendosi a Bitcoin, Pompliano lo ritiene come una possibile valuta di riserva globale che diventerà fondamentale da tutti quei paesi che vogliono sganciarsi dal dollaro americano. Secondo questa visione del mondo, infatti, i paesi che punteranno sulle criptovalute nei decenni a venire, potranno continuare a minare Bitcoin, condurre attività a favore di questo fenomeno ottenendo, così, dei vantaggi molto interessanti. 

Pertanto, Anthony Pompliano afferma che scegliere Bitcoin come valuta di riserva globale, e non il dollaro USA, potrà essere un modo efficace per questi paesi per giungere all’indipendenza finanziaria nei confronti degli Stati Uniti. Un’osservazione davvero brillante e che, visti i venti di cambiamento, potrebbe portare molti investitori a comprare Bitcoin in un ottica di lungo termine.

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Indipendenza finanziaria o energetica? 

Il tweet di Pompliano non deve essere, però, frainteso. Infatti, ciò a cui si riferiva è un’indipendenza di natura energetica e non finanziaria. Ovviamente, questo aspetto non può essere applicato a tutti i paesi del mondo, considerando che alcuni di questi sono completamente privi di grandi fonti di energia e per loro sarebbe davvero arduo raggiungere una indipendenza energetica

Per esempio l’Italia, a meno che non riesca finalmente a sfruttare a dovere le enormi risorse che la natura ci ha donato in termini di vento e sole.

Una Bitcoin farm

Probabilmente, Anthony Pompliano si riferisce agli stessi Stati Uniti e il ragionamento sembra essere collegato alla possibilità di monetizzare l’energia in eccesso che viene prodotta. 

Per completare questo ragionamento, infatti, bisogna capire che per mantenere una rete elettrica in perfetta attività, bisogna produrre più energia di quella che si consuma. Ma, c’è da considera, che non esiste attualmente un sistema che sia in grado di immagazzinare in maniera efficiente l’energia prodotta in eccesso. Per questo, viene spesso sprecata una consistente parte durante il suo trasporto.

La conseguenza di questi approcci poco efficienti è un continuo aumento dei costi di produzione senza che si abbia anche un aumento dei ricavi. La morale della favola è che la produzione di energia diventa sempre meno profittevole e sostenibile.

In Texas, invece, si sperimenta già l’utilizzo dell’energia in eccesso per minare Bitcoin che contribuisce a ridurre oppure annullare completamente gli sprechi. Ciò consente di utilizzare l’energia sul posto in maniera più conveniente invece che esportarla.

Per fare un esempio pratico, nel 2021 gli USA hanno esportato all’estero oltre 8,6 milioni di barili di petrolio e ne hanno importati 8,47 milioni. Un controsenso dettato da ragioni logistiche e che potrebbe essere risolto utilizzando gli eccessi per minare criptovalute e generare profitti.

Questo tipo di politica renderebbe nazioni come gli Stati Uniti meno dipendenti dall’energia importata, raggiungendo l’agognata indipendenza.

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Jastra Kranjec

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Jastra Kranjec, giornalista esperta e fervente sostenitrice della Modern Money Theory, ha dedicato gran parte della sua carriera a divulgare principi economici contemporanei attraverso l'organizzazione di conferenze in tutta Europa. La sua passione per la micro e macro economia la guida in un viaggio costante di esplorazione, con una particolare ammirazione per gli economisti post-keynesiani come Joan Robinson.

La sua attitudine verso le innovazioni la rende una voce autorevole quando si tratta di fornire aggiornamenti su eventi e novità dell'ultimo momento nel mondo delle criptovalute e della tecnologia. Jastra è sempre pronta a investigare e condividere le implicazioni economiche di queste tendenze emergenti, rendendo i lettori più informati e preparati per navigare nel dinamico ecosistema finanziario digitale.

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