Il ritorno di Bitcoin sopra quota 96.000 dollari conferma la sua rinnovata forza in un contesto economico instabile e carico di incognite.
Dopo una breve fase di consolidamento tra i 92.000 e i 95.000 dollari, la migliore delle criptovalute mondiali ha ripreso vigore, superando nuovamente una soglia psicologica significativa e suscitando nuovo fermento tra investitori e osservatori di mercato.
Mese di Aprile d’oro per BTC
Un mese di Aprile davvero dolcissimo quello vissuto da Bitcoin, con la regina delle criptovalute che ha visto il proprio valore di mercato tornare ad aumentare dopo una serie di segmenti bui e dettati da un percorso difficile.
Il mese di aprile ha registrato un +14,2%, rendendolo il più performante da oltre tre anni. Il movimento ascendente, iniziato dopo la correzione del 7 aprile che aveva portato il prezzo fino a 74.000 dollari, ha raggiunto un picco mensile vicino al +30%, rafforzando l’ipotesi di un ciclo rialzista ancora in corso.
In parallelo, i segnali macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti hanno accentuato l’interesse verso asset decorrelati: il PIL del primo trimestre ha subito una contrazione inattesa dello 0,3%, e la crescita occupazionale ha mostrato un’evidente flessione.
Un simile quadro ha contribuito ad alimentare il ruolo di Bitcoin come bene rifugio alternativo, riaccendendo il dibattito sull’utilità del protocollo nei periodi di stagnazione inflattiva.
Una spinta politica, afflussi record e obiettivi sempre più ambiziosi
La dinamica rialzista osservata nel corso di aprile non può essere letta senza considerare l’accelerazione impressa da un provvedimento di natura politica. La sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi sulle importazioni annunciata il 9 aprile ha innescato un’ondata di ottimismo sui mercati.
Gli asset a maggiore volatilità, come Bitcoin, ne hanno beneficiato con una risposta immediata, diventando rapidamente il centro di un flusso di capitali istituzionali. In soli otto giorni, gli ETF spot su Bitcoin hanno registrato afflussi pari a circa 3 miliardi di dollari, un risultato che non si osservava dalla loro introduzione.
In parallelo, le partecipazioni aziendali hanno seguito la stessa traiettoria: il primo trimestre si è chiuso con 95.000 BTC acquistati da entità quotate in borsa, segnando un incremento del 16% rispetto al trimestre precedente.
Le riserve di singoli colossi aziendali si avvicinano ora ai 600.000 BTC. Il mercato sembra guardare con rinnovata convinzione alla soglia dei 100.000 dollari, considerandola più come un punto di passaggio che come un obiettivo definitivo.
Questo token è il perfetto incentivo alla crescita di Bitcoin
Nel pieno del rinnovato entusiasmo per Bitcoin, un token emergente sta attirando l’interesse di una comunità in espansione. BTC Bull Token (BTCBULL), attualmente in fase di prevendita, introduce un meccanismo innovativo per premiare chi mantiene una visione rialzista di lungo termine sull’asset digitale principale.
Il suo funzionamento si basa su un sistema di milestone farming: al raggiungimento di specifiche soglie di prezzo, la prima delle quali fissata a 150.000 dollari, i detentori ricevono automaticamente ricompense in Bitcoin proporzionali alla quantità di token detenuti.
A ogni incremento di 50.000 dollari nel valore di Bitcoin, il modello si riattiva, creando una struttura ciclica di incentivi che mira a stimolare la fedeltà e il coinvolgimento a lungo termine.
Parallelamente, è previsto un meccanismo deflattivo che entra in funzione a partire dalla soglia di 125.000 dollari, con un progressivo taglio dell’offerta ogni ulteriore incremento di 50.000 dollari.
La strategia adottata da BTC Bull Token punta a consolidare la scarsità percepita del token, rafforzandone il valore a lungo termine in correlazione diretta con la performance di Bitcoin.
La prevendita ha già raccolto adesioni significative, confermando l’interesse per strumenti che, pur non sostituendo il BTC originale, offrono modalità alternative di investire in Bitcoin e avere esposizione al mercato delle criptovalute.
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