Ki Young Ju, CEO di CryptoQuant, ritiene che i minatori di bitcoin potrebbero innescare un movimento rialzista, ma ciò richiederà anche degli investimenti da parte delle principali società di trading e tecnologiche degli Stati Uniti.
Questa convinzione ottimistica arriva mentre la difficoltà media di mining di BTC ha raggiunto il massimo storico di 37,59 T il 16 gennaio, secondo i dati forniti da Ycharts.
Non è l’unico ad auspicare un mercato rialzista e le previsioni Bitcoin per il 2023 di tanti esperti hanno cominciato a immaginare che il prezzo di BTC raggiunga presto i $30.000.
Il potere è in mano ai miners?
Ju ritiene che uno dei principali fattori che hanno portato la difficoltà mineraria a un suo nuovo massimo, sia dovuta al fatto che i migliori minatori statunitensi hanno lavorato sfruttando al meglio le loro risorse per “ripagare il debito finanziario derivato dall’attrezzatura acquistata in leasing”.
$BTC miner capitulation might play out differently this time.
— Ki Young Ju (@ki_young_ju) January 24, 2023
Less likely, but it could be bullish if someone(s) acquires US-based #Bitcoin mining companies and their crypto holdings at a significant discount this year.
Thread 🧵
Secondo i dati di Ju, il pool di Foundry USA ha il più grande hash rate, con una quota del 42% sul “tasso di hash totale”. Il secondo pool più grande rimane AntPool con un’autorità del 16,7%, mentre il pool di Binance ottiene il terzo posto con una quota dell’11,4% dell’hash rate totale.
Ki Young Ju parla anche dell’effetto a catena derivato dal crollo di FTX:
“Alcune società minerarie che hanno utilizzato il pool Foundry USA stanno dichiarando bancarotta ai sensi del Capitolo 11 o riportano perdite significative negli ultimi mesi”.
Parlando dei recenti crolli sofferti dalle principali società di mining di criptovalute, Ju afferma che le piccole e medie imprese proveranno a vendere tutte le loro attrezzature e riserve di bitcoin. “Ma questa volta potrebbe essere diverso”, ha aggiunto il CEO di CryptoQuant.
Ju ha affermato che, attualmente, le principali società di mining statunitensi sono diventate “minatori istituzionali” e dovrebbero essere trattate in modo diverso rispetto alle piccole e medie imprese. Ju afferma che le migliori società tecnologiche e TradFi possono acquisire i minatori BTC in bancarotta con le loro riserve di criptovalute a delle cifre molto convenienti.
“Non sappiamo mai se qualcuno acquisirà le società crittografiche in bancarotta e i loro beni, ma una volta che ciò accadrà, rimuoverà in modo significativo il rischio sistemico”.
D’altra parte, il chief commercial officer di Crypto Finance Group, Patrick Heusser, ritiene che le migliori aziende TradFi e tecnologiche stiano ancora cercando vie tradizionali di investimento.
$BTC miner capitulation might play out differently this time.
— Ki Young Ju (@ki_young_ju) January 24, 2023
Less likely, but it could be bullish if someone(s) acquires US-based #Bitcoin mining companies and their crypto holdings at a significant discount this year.
Thread 🧵
Le opinioni di Ju e Heusser arrivano mentre la pressione di vendita dei minatori di bitcoin è scesa al minimo di tre anni, raggiungendo i livelli del 2019. Attualmente vengono venduti meno di 100 BTC a settimana, mentre il Bitcoin Puell Multiple è passato da 0,61 il 1° gennaio a 0,92 al momento della stesura.
Questa tendenza fa pensare che per i miners il valore di Bitcoin dovrebbe tornare a salire nei prossimi mesi del 2023.
Domande e Risposte (0)