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La proposta di Buterin per un Ethereum più snello piace ai mercati

Laura Di Maria

Lo scorso 3 maggio Vitalik Buterin, co-fondatore di Ethereum, ha pubblicato sul blog ufficiale una proposta che potrebbe segnare una svolta nella storia della blockchain: semplificare profondamente il protocollo alla base di Ethereum per renderlo più sicuro, scalabile e sostenibile nel lungo periodo. Ispirandosi anche ai principi minimalisti di Bitcoin, Buterin ha illustrato la proposta in un post intitolato “Simplifying the L1” la necessità di ridurre la complessità tecnica del network.

Perché semplificare Ethereum?

Ethereum è cresciuto molto dal suo lancio, ma questa crescita ha portato con sé una stratificazione di funzionalità, regole e componenti tecniche che oggi rischiano di rallentarne lo sviluppo, aumentare i costi di manutenzione e soprattutto espandere la superficie di attacco per bug e vulnerabilità. Proprio questa complessità, secondo Buterin, rappresenta un freno per la sicurezza e la capacità di innovare della piattaforma.

Il cuore della proposta riguarda tre aree fondamentali su cui Ethereum si basa: consenso, esecuzione, e componenti condivisi.

1. Rivoluzione del consenso con il “3-slot finality”

Buterin suggerisce di ripensare il sistema di consenso, cioè il modo in cui la rete trova un accordo su quali transazioni siano valide. L’attuale meccanismo, basato su elementi come “epoch”, “sync committees” e la rotazione continua dei validatori, è diventato troppo articolato. La proposta del “3-slot finality” punta a eliminare molti di questi elementi, riducendo il numero di validatori attivi e semplificando la scelta dei fork (cioè quale catena è quella “giusta”). Questo renderebbe più semplice anche sviluppare “light clients” (client leggeri) e abbasserebbe i rischi di attacco.

2. Nuova Virtual Machine compatibile con Zero Knowledge

Sul fronte dell’esecuzione, Buterin propone di sostituire l’attuale Ethereum Virtual Machine (EVM) con una nuova macchina virtuale basata sull’architettura RISC-V, pensata per essere più leggera e adatta alle tecnologie Zero Knowledge (ZK). Questa innovazione potrebbe velocizzare di oltre 100 volte la generazione di “proof” ZK e rendere il protocollo più semplice da verificare e più accessibile agli sviluppatori. Durante la transizione, i vecchi smart contract EVM sarebbero comunque supportati tramite un interprete RISC-V.

3. Standardizzazione e riduzione della frammentazione

Buterin invita anche a standardizzare strumenti e formati di Ethereum, scegliendo un solo metodo di codifica, una sola struttura ad albero e uno standard di serializzazione. Questo ridurrebbe la frammentazione e semplificherebbe la vita agli sviluppatori.

Una nuova era potrebbe determinare la ripresa di Ethereum?

Buterin spinge Ethereum a ispirarsi a progetti minimalisti come Tinygrad, suggerendo un limite massimo di righe di codice per la logica fondamentale di consenso. Tutto ciò che non è strettamente necessario, o che è ormai “legacy”, dovrebbe essere gestito fuori dal cuore del protocollo, ma comunque supportato.

La proposta di Vitalik ha avuto un effetto immediato sul prezzo di Ethereum, che si è mantenuto sopra i 1.820$ e ha mostrato maggiore forza rispetto a Bitcoin nell’ultima quindicina di giorni. Il mercato sembra aver apprezzato l’idea di un Ethereum più semplice e robusto, con un sentiment positivo che si riflette anche nei volumi di scambio e negli indicatori tecnici.

Critiche dai massimalisti Bitcoin

Non sono mancate le critiche, soprattutto da parte dei cosiddetti “Bitcoin maximalists” come Adam Back, CEO di Blockstream, che ha ironizzato dicendo che questi consigli sulla semplificazione erano stati dati a Vitalik già dieci anni fa. Back ha anche collegato la complessità dell’EVM a recenti problemi di sicurezza, come l’hack di ByBit.

Non mancano però gli sviluppatori sicuri che Ethereum potrebbe giocare un ruolo chiave anche nella decentralizzazione dell’intelligenza artificiale, offrendo un’alternativa trasparente ai modelli centralizzati e opachi che oggi dominano il settore.

Ethereum rimane un punto di riferimento per lo sviluppo di nuovi progetti: Scopri MIND of Pepe

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Laura Di Maria

Laura Di Maria

Laura scrive per il web dal 2006 e dal 2015 lo fa come professionista. Nel 2019 ha scoperto il mondo delle criptovalute e la blockchain ed è stato amore a prima vista. Da allora non ha più smesso di occuparsi di questo settore. Ha scritto oltre 600 articoli su finanza, crypto e Web3 per alcune testate online, per esempio cryptorobin.it e il suo canale YouTube, o per Financer.com, collaborando con vari progetti italiani e internazionali prima di approdare a Cryptonews Italia. Si interessa di digital marketing e intelligenza artificiale, ha due figli e cerca, senza successo, di estendere la durata delle giornata oltre le canoniche 24 ore. La trovi su Linkedin e Telegram.