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Dal Brasile arriva il primo ETF su Ripple al mondo, gli investitori corrono a comprare

Giuliana Morelli

Una novità ha scosso il mercato degli ETF sulle criptovalute negli ultimi giorni. L’arrivo del primo ETF spot su Ripple in Brasile ha attirato un’ondata di interesse internazionale, offrendo un nuovo strumento di investimento regolamentato per accedere a una delle criptovalute più discusse del panorama globale. 

Lanciato sulla principale borsa del Paese, il B3, il fondo consente l’esposizione diretta al prezzo del token XRP. Il lancio dell’ETF segna un momento storico per l’intero comparto degli asset digitali. In un momento in cui molte richieste di ETF simili restano in attesa di approvazione presso le autorità statunitensi, il mercato brasiliano ha agito con prontezza, colmando un vuoto e attirando capitali in cerca di accesso trasparente e normativamente conforme a un asset già maturo sotto diversi punti di vista. 

La fine della lunga disputa legale tra Ripple Labs e la SEC ha rimosso uno dei principali ostacoli alla legittimazione istituzionale di XRP. Si è così liberato il potenziale inespresso di una criptovaluta spesso al centro del dibattito regolatorio. L’iniziativa ha generato un effetto immediato anche sul mercato, con una reazione positiva del prezzo e una nuova traiettoria al rialzo per il token.

L’ETF su XRP arriva in Brasile e cambia la narrativa globale

Il debutto del primo ETF spot al mondo legato a XRP ha avuto luogo a San Paolo. Qui, l’indice “XRPH11” è stato ufficialmente quotato sulla B3, tra le principali borse del Paese. Il prodotto è strutturato per replicare il prezzo medio globale del token Ripple attraverso l’indice NQXRP, che aggrega i dati di mercato provenienti dai principali exchange. 

A sviluppare il fondo è stato Hashdex, gestore patrimoniale con sede in Brasile. A Genial Bank SA e Genial Investments Securities sono invece state affidate rispettivamente la custodia degli asset e l’amministrazione generale. La scelta di proporre un costo annuo contenuto, 0,7% con un tetto massimo di gestione dello 0,1%, rivela una strategia mirata agli investitori istituzionali, alla ricerca di strumenti compatibili con i criteri normativi locali e internazionali.

La reazione del mercato non ha tardato a manifestarsi. Nelle ore successive al lancio, il valore di Ripple ha registrato una crescita dell’8,19%, toccando quota 2,30 dollari e segnando un nuovo massimo mensile. Con la capitalizzazione tornata sopra i 135 miliardi di dollari, il mercato ha cominciato a interrogarsi sul potenziale effetto moltiplicatore di iniziative simili. 

L’incremento di domanda potrebbe non derivare unicamente dall’investimento diretto degli investitori brasiliani, ma anche dall’attrattività globale dell’ETF, accessibile attraverso circuiti internazionali sempre più interconnessi. La portata simbolica dell’operazione va oltre i confini nazionali, suggerendo una nuova direzione per la finanza digitale regolamentata. 

In parallelo, si rafforza l’idea che il Sud America possa giocare un ruolo guida nello sviluppo delle infrastrutture finanziarie legate alle criptovalute, in un contesto normativo più flessibile e orientato all’innovazione. Mentre gli Stati Uniti valutano, il Brasile agisce, e il mercato risponde.

Ripple e la pressione sulla SEC: lo scenario possibile negli Stati Uniti

L’iniziativa brasiliana ha alimentato nuove speculazioni sul destino regolatorio di XRP negli Stati Uniti. Con numerose domande di ETF in attesa presso la Securities and Exchange Commission, cresce la pressione affinché anche il mercato statunitense adotti strumenti equivalenti. 

L’attuale contesto normativo, però, resta incerto. Tuttavia, la chiusura del contenzioso tra Ripple Labs e la SEC ha creato un precedente che potrebbe favorire l’apertura verso strumenti regolamentati anche a livello federale. Il confronto con altri ETF già approvati su asset come Bitcoin ed Ethereum offre un precedente tecnico e giuridico che potrebbe accelerare il processo.

Nel frattempo, l’attenzione degli investitori si concentra sulle potenzialità speculative di XRP. Secondo modelli tecnici già osservati nel 2017, il token sarebbe in una fase di accumulo ampia. In questo scenario, le previsioni parlano di prezzi che variano da 33 a 50 dollari, qualora venisse replicato un trend analogo.

La plausibilità di un simile scenario dipende da variabili complesse: l’ingresso massivo di capitali istituzionali, l’espansione dell’utilizzo reale del protocollo Ripple nei pagamenti transfrontalieri e l’eventuale approvazione normativa negli Stati Uniti. 

La convergenza di questi fattori potrebbe costituire una leva significativa per una rivalutazione sostanziale di XRP. Tuttavia, l’attuale configurazione di mercato suggerisce un approccio prudente. L’eventuale via libera a un ETF XRP negli Stati Uniti avrebbe un impatto sistemico, paragonabile a quanto osservato per Bitcoin, ma richiederebbe una ridefinizione degli equilibri normativi oggi ancora instabili.

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Dr.ssa Giuliana Morelli, con una Laurea Magistrale in Economia e Management, ha maturato una solida esperienza nel settore finanziario ed economico durante gli anni di lavoro come consulente aziendale. Nel 2010, ha intrapreso una nuova avventura fondando la sua società di consulenza, attraverso la quale offre supporto a imprese e individui nel navigare il complesso mondo degli investimenti e del trading.

La sua expertise si estende anche al vivace settore delle criptovalute, dove esplora l'intersezione tra trading tradizionale e tecnologie emergenti come la Blockchain. Giuliana collabora attivamente con diversi studi professionali ed è una figura di spicco in numerose iniziative legate a Fintech, Blockchain, nonché in vari incubatori e acceleratori di impresa.

Giuliana ha una passione per l'attualità, cosa che le permette di fornire ai lettori analisi puntuali e aggiornate sulle ultime novità del settore. Con una comunicazione chiara e precisa, mira a rendere il mondo del trading e degli investimenti comprensibile e accessibile a tutti, sia che si tratti di principianti o di investitori esperti.

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