Il 2023 è stato un anno importante per il mercato e ha segnato la ripresa dei principali indici azionari, guidata dallo S&P 500 che ha sfiorato il suo massimo storico, mancando di appena lo 0,5%.
Complici l’allentamento delle condizioni macroeconomiche e il boom del settore dell’intelligenza artificiale la crescita è stata del 24,4% in un anno per il mercato delle azioni americane.
Malgrado il diffuso ottimismo, alcuni campanelli d’allarme hanno risuonato e i grafici sono tornati a tingersi di rosso. A guidare il calo hanno contribuito le deludenti performance in apertura dell’anno di Apple (NASDAQ: AAPL) e di altri big del comparto tech.
Secondo Puru Saxena, analista azionario ed ex money manager, non si tratta di segnali da prendere sotto gamba: potrebbero indicare l’inizio di un periodo complesso.
L’eccesso di ottimismo ha innescato una struttura di ipercomprato
Con un post su X, ex Twitter, l’ex money manager e analista azionario Puru Saxena ha lanciato l’allarme: il recente rally che ha dato spinta allo S&P 500 fin quasi al suo precedente ATH, potrebbe essere terminato.
Secondo l’esperto sono quattro i segnali che indicano il possibile epilogo dello slancio del mercato azionario.
Il primo problema individuato da Saxena riguarda la condizione di ipercomprato sul mercato. Se questa ipotesi fosse reale, significa che il rally ha spinto i prezzi oltre il loro effettivo valore intrinseco. Da qui, l’unica strada possibile sarebbe quella della correzione verso una quotazione più realistica.
C’è troppo ottimismo tra gli investitori, dunque. Lo suggerisce anche il dato elaborato dal NAAIM (National Association of Active Investment Managers) che ha superato quota 100. Questa condizione suggerisce un eccesso di sentiment rialzista tra gli investitori, cosa che non gioca a favore della solidità degli attuali guadagni.
La maggior parte dei titoli dello S&P è scambiata oltre la media mobile
Un altro fattore che induce Saxena a esercitare prudenza riguardo il prossimo futuro dell’indice S&P 500 è che in questo momento l’80% dei titoli dell’indice è scambiato sopra le medie mobili a 200 giorni (MA).
Se da un lato questo indica la forza del mercato, dall’altro potrebbe anche indicare una sovraestensione. Significa che una volta che il mercato tenderà a correggersi verso livelli più sostenibili gli effetti sui prezzi potrebbero essere violenti.
Infine, l’analista individua un quarto fattore che potrebbe giocare contro la capacità dello S&P 500 di reggere il rally. Sono in crescita i rendimenti obbligazionari, fatto che notoriamente non gioca a favore del rendimento azionario. Gli investitori, infatti, potrebbero essere più attratti da investimenti a reddito fisso rispetto alle incertezze del mercato azionario.
Non tutti gli analisti concordano con il parare di Saxena
È importante notare che le riflessioni di Saxena non rappresentano il consenso di Wall Street. Molti analisti ritengono che il mercato USA presenti ulteriori margini di crescita.
Però, oggi, lunedì 15 gennaio, i future collegati ai principali indici azionari statunitensi hanno registrato un movimento minimo. I futures dell’indice E-mini S&P 500 si sono aggirati intorno a 4815, con un leggero calo di 1,50 punti. Anche l’E-mini Dow Jones e l’E-mini Nasdaq-100 hanno registrato movimenti modesti, riflettendo una giornata di scarsa attività di trading. C’è da dire che oggi è festa negli USA.
Analisi del mercato
La scorsa settimana le contrattazioni hanno registrato un calo del Dow Jones, contro un guadagno marginale dell’S&P 500 e del Nasdaq Composite. Bisogna tenere conto del fatto che la scorsa settimana sono stati presentati i dati ufficiali sugli utili del quarto trimestre e i dati sull’inflazione. Gli operatori hanno quindi tenuto conto di questi aggiornamenti per le loro decisioni di investimento.
Tra i principali titoli da prendere in considerazione ci sono UnitedHealth e Delta Air Lines, che hanno registrato un calo nonostante le relazioni positive sugli utili. Anche le principali banche, come Bank of America e Wells Fargo, hanno registrato cali malgrado i risultati positivi del quarto trimestre. In controtendenza Citigroup che invece ha registrato un leggero rialzo dopo aver annunciato riduzioni di personale e una perdita trimestrale dovuta a ingenti oneri.
A contribuire al recupero della scorsa settimana hanno contribuito i dati sull’inflazione USA. Il mercato ha ricevuto una leggera spinta grazie alla notizia inattesa di un calo dei prezzi all’ingrosso a dicembre. Al contrario, i dati sui prezzi al consumo non sono scesi confermando il protrarsi dell’aumento dell’inflazione.
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