C’è da perdere la testa, o quanto meno di sicuro scoraggiarsi, a leggere tutte le clausole, le richieste e i dettagli necessari per poter presentare la propria candidatura a un appalto pubblico: tra polizze fidejussorie, presa visione, il necessario sopralluogo dell’area o dell’oggetto di interesse, tutti gli altri documenti da inviare alla stazione appaltante, il rischio è quello di fare confusione e di essere quindi automaticamente estromessi dalla selezione.
Niente panico
Il primo step che le imprese devono effettuare è quindi quello di leggere attentamente il bando di gara e il disciplinare, che forniscono il quadro completo di documentazioni, atti e materiali che bisogna produrre, e anche i tempi per essere in linea con le prescrizioni previste. Sentite già salire l’ansia “da prestazione”? In realtà, esistono diversi modi per superare questi ostacoli, e il più pratico e conveniente è quello di servirsi dei servizi professionali di esperti consulenti o di sottoscrivere un abbonamento a chi lavora nel campo da anni, come il team di Appaltitalia, che può mettere a disposizione tutto l’aiuto necessario e specialistico per formulare l’offerta tecnica per gli appalti e, allo stesso tempo, diminuire i costi per tutte le procedure di gara. Vediamo insieme quali sono i passaggi principali.
Chiarezza, innanzitutto
A livello generale, si distinguono tre diverse categorie per i quali la Pubblica Amministrazione può avviare la ricerca di imprese private per soddisfare le proprie esigenze: opere e lavori, servizi e forniture, ciascuna con la propria specifica normativa di riferimento. Invece, le modalità di assegnazione effettiva dell’attività si possono ridurre essenzialmente a due, ovvero la selezione sulla base del criterio del prezzo più basso rispetto a quello posto a base di gara (vince l’offerta che consente il maggior risparmio all’ente, senza rinunciare ad alcune spese ritenute vincolate e, dunque, non oggetto di ribasso) o quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa (che privilegia anche aspetti non meramente economici, come la valutazione della qualità del progetto). In ogni caso, comunque, possiamo dire che l’offerta tecnica per partecipare ai bandi non si differenzia molto, e quindi questo breve tutorial può servire da modello unico.
La definizione di base
L’offerta tecnica è la parte della documentazione nella quale bisogna presentare in sintesi tutto il cuore del progetto che si intende eseguire per l’ente che richiede la prestazione (la stazione appaltante): questo atto, dunque, deve contenere tutte le risposte ai requisiti indicati nel disciplinare di gara, ovvero il capitolato tecnico, le indicazioni su piano di lavoro, risorse impiegate, fasi previste, durata dell’intervento e ore di lavoro necessarie (che ovviamente non possono superare il tetto imposto dall’appaltante). Oltre dunque a questi dati, da compilare in maniera accorta e scrupolosa, perché saranno poi valutati dalla commissione che selezionerà l’offerta vincente, bisogna anche rispettare alcuni criteri che possono sembrare un po’ “bizzarri”, come l’imposizione di un font specifico per la scrittura dei documenti o la limitazione delle pagine da utilizzare.
Le tre buste
In genere, l’offerta tecnica deve essere inserita all’interno della busta contraddistinta dalla lettera B; nella prima, la A, vanno infatti messi i documenti più generici, come le carte d’identità dei firmatari, le informazioni relative alla ditta e ai suoi amministratori, la lettera d’invito e la dichiarazione sostitutiva, opportunamente compilata in ogni sua parte e firmata su ogni pagina. Bisogna poi preparare una terza busta, la C, nella quale riportare il preventivo, ovvero l’offerta economica richiesta per la prestazione dell’attività, che ovviamente ha un ruolo fondamentale al momento dell’assegnazione dell’appalto. Una volta preparate, le tre buste devono essere sigillate con ceralacca e controfirmate sui lembi dai legali a rappresentanza della società, e successivamente inserite in un plico (a sua volta sigillato e firmato) che le contenga tutte.
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