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Dopo che la SEC approva gli ETF spot di Ethereum sorge la domanda: ETH è una security?

La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha approvato la quotazione degli exchange-traded fund (ETF) collegati al prezzo spot di Ethereum ieri, 23 maggio. Questa svolta potrebbe confermare la tesi secondo cui ETH non può essere comparato a una security, cioè non potrebbe sottostare alle regole che valgono per i titoli azionari.

James Seyffart, analista ETF di Bloomberg, parlando al podcast Bankless con Ryan Sean Adams, ha sottolineato che l’approvazione di questi trust su materie prime implica che la SEC riconosce esplicitamente che Ether non è una security.

Seyffart ha suggerito inoltre che questo riconoscimento potrebbe estendersi anche ad altri token, solidificando la loro classificazione come materie prime.

L’approvazione potrebbe mettere fine al dibattito sullo status di ETH

L’avvocato specializzato in asset digitali Justin Browder ha ribadito il pensiero di Seyffart, affermando che se gli ETF di Ether ricevessero l’approvazione S-1, che è il requisito finale per iniziare a fare trading, si porrebbe fine al dibattito una volta per tutte. In pratica, si affermerebbe che ETH non è una security.

Adam Cochran, partner della società di venture capital Cinneamhain Ventures, ha portato avanti l’argomento, suggerendo che questo punto di vista potrebbe essere applicato anche ai token di altri progetti. In particolare, ha detto Cochran:

“ETH è una materia prima, anche con le sue caratteristiche attuali. Ciò significa che possiamo estrapolare MOLTISSIMI elementi importanti su MOLTISSIMI altri progetti. Oggi molte cose probabilmente sono diventate chiaramente materie prime, anche se ancora non lo sanno.”

Sebbene l’approvazione degli ETF spot di Ether rafforzi il concetto che non è comparabile a una security, Seyffart e altri esperti prevedono che la SEC potrebbe comunque concentrarsi sugli attori coinvolti nello staking di Ether.

Seyffart ipotizza che la SEC potrebbe distinguere tra Ether in sé, che non considererebbero una security, e lo staking di Ether, che potrebbe rientrare nella definizione di security.

L’avvocato specialista in asset digitali Joe Carlasare condivide questa opinione, suggerendo che la SEC potrebbe perseguire i singoli individui coinvolti e i servizi di staking nonostante il lancio degli ETF.

È importante notare che l’ordine di approvazione della SEC non ha confermato esplicitamente lo status di Ethereum come “non security”. L’avvocato finanziario Scott Johnsson ha commentato che la questione è stata “completamente evitata”.

Tuttavia, ci si aspetta che una dichiarazione ufficiale della SEC e dei suoi commissari fornisca maggiore chiarezza al riguardo nel prossimo futuro.

La SEC approva le richieste 19b-4

Il 23 maggio, la SEC ha ufficialmente approvato le richieste 19b-4 di VanEck, BlackRock, Fidelity, Grayscale, Franklin Templeton, ARK 21Shares, Invesco Galaxy e Bitwise per l’emissione degli ETF spot di Ether.

È interessante notare che diversi enti che hanno fatto richiesta di emettere ETF hanno rimosso lo staking con le modifiche finali.

Hashdex è stata l’unica emittente che non ha ricevuto l’approvazione in quella giornata.

Tuttavia, tutti gli otto emittenti degli ETF approvati devono attendere l’approvazione finale da parte della SEC delle loro dichiarazioni di registrazione S-1 prima di poter quotare sul mercato gli ETF.

James Seyffart, analista ETF di Bloomberg, prevede che le approvazioni S-1 potrebbero essere concesse entro un “paio di settimane”, anche se ammette che il processo potrebbe richiedere più tempo, di solito fino a cinque mesi.

Tuttavia, l’analista ETF di Bloomberg Eric Balchunas ritiene che un lancio a metà giugno sia certamente possibile.

La società con sede a Singapore QCP Capital ritiene che l’approvazione degli ETF di Ethereum spot negli Stati Uniti potrebbe innescare un forte rally fino al 60% nel prezzo di ETH.

Il mercato crypto non ha risposto all’istante alle notizie provenienti da Wall Street

Come si è già visto con l’approvazione degli ETF di Bitcoin, anche questa volta il mercato non ha risposto tempestivamente alla notizia dell’approvazione degli ETF.

Animato da un certo entusiasmo che ha caratterizzato le ore successivi alla diffusione dei primi rumor sull’approvazione da parte della SEC, il mercato crypto si è poi calmato.

La correzione delle scorse ore ha visto un violento calo dei prezzi nelle 24 ore. Ethereum non è ancora riuscito a tornare ai massimi del 2021, in compenso, dopo aver raggiunto il prezzo massimo di 3.900 dollari, ora è scambiato intorno a 3.700 dollari.

Alternative in presale per ottenere un buon posizionamento

I trader in cerca di alternative interessanti su cui puntare per differenziare e limitare l’esposizione alle oscillazioni del mercato possono puntare alle ICO. Tra le più interessanti del momento c’è un nuovo progetto multi-chain in grado di operare su sei blockchain con agilità. Si tratta di Dogeverse, che ha il potenziale di diventare una delle migliori meme coin e che potrebbe crescere bene secondo le previsioni degli esperti.

Le meme coin sono, ovviamente, molto rischiose e non c’è modo di evitarlo.

Un modo per aumentare le probabilità a proprio favore è investire in meme coin ad alto potenziale in fase iniziale e con una valutazione favorevole prima che inizino a salire.

Dogeverse propone l’innovazione dell’interoperabilità cross-chain integrata e, di conseguenza, sta generando notevole interesse da parte degli investitori.

Attualmente in prevendita, Dogeverse ha raccolto oltre 15 milioni di dollari. Il suo account X ha già raggiunto oltre 21.200 follower mentre il canale Telegram del progetto ha quasi 13.000 iscritti.

Dogeverse cerca di essere l’equivalente multi-chain di Dogecoin e verrà lanciato sulle sei blockchain più popolari (escludendo Bitcoin).

Le capacità di interoperabilità cross-chain di Dogeverse aumentano ulteriormente il suo appeal, rendendolo un “Doge con superpoteri”. Gli investitori interessati possono ancora partecipare alla prevendita entro il 3 giugno, prima del lancio ufficiale del token il 5 giugno.

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Laura Di Maria

Laura Di Maria

Laura scrive per il web dal 2006 e dal 2015 lo fa come professionista. Nel 2019 ha scoperto il mondo delle criptovalute e la blockchain ed è stato amore a prima vista. Da allora non ha più smesso di occuparsi di questo settore. Ha scritto oltre 600 articoli su finanza, crypto e Web3 per alcune testate online, per esempio cryptorobin.it e il suo canale YouTube, o per Financer.com, collaborando con vari progetti italiani e internazionali prima di approdare a Cryptonews Italia. Si interessa di digital marketing e intelligenza artificiale, ha due figli e cerca, senza successo, di estendere la durata delle giornata oltre le canoniche 24 ore. La trovi su Linkedin e Telegram.