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Cosa sono le Granolas, le big europee che fanno concorrenza alle Magnifiche 7 USA

Il termine Granolas è stato coniato dagli analisti di Goldman Sachs in piena pandemia, nel 2020. Si riferisce alle undici imprese europee che generano la maggiore fetta dei ricavi nel Vecchio Continente. E potrebbero dare filo da torcere alle Magnificent 7, le big tech che guidano i listini delle azioni americane.

Oggi le undici big europee tornano a far parlare di sé perché per la banca d’affari internazionale non dovrebbero mancare in un portafoglio bilanciato.

Le big europee che valgono circa un quarto dello Stoxx 600

Goldman Sachs torna a parlare delle società europee che nel 2020, in piena pandemia, aveva ribattezzato Granolas. Si tratta di un gruppo composto da undici aziende quotate in borsa che possono dare filo da torcere alle sette rispettive concorrenti statunitensi, le “Magnifiche Sette”.

In totale, le undici europee contano su una capitalizzazione complessiva di oltre 2.600 miliardi di euro. Sono le leader indiscusse tra i titoli europei, dominano i rispettivi settori e continuano a sovraperformare la media di mercato.

Nella lista figurano colossi di diversi settori industriali, a differenza delle Magnificent Seven di Wall Street che ricadono tutte nel comparto tech.

Il gruppo è variegato e comprende rappresentanti tra farmaceutici, semiconduttori, grande distribuzione, lusso: GSK, Roche, ASML, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oréal, LVMH, AstraZeneca, SAP e Sanofi.

Con una capitalizzazione complessiva di oltre 2,6 trilioni di euro, rappresentano circa un quarto dell’intero valore dell’indice europeo STOXX 600, l’indice che monitora le performance delle maggiori imprese in Europa.

Questo indice comprende aziende che operano in settori diversi come energia, risorse, finanza e automotive.

Com’è cambiato il quadro produttivo economico europeo

Goldman Sachs ha evidenziato un radicale cambio di rotta nel quadro economico e finanziario europeo negli ultimi 20 anni, o poco più. I leader indiscussi, nel settore petrolifero e delle telecomunicazioni, hanno lasciato il passo alle nuove leve e oggi il panorama è più diversificato.

Con una nota agli investitori, lunedì l’analista di Goldman Sachs, Peter Oppenheimer, ha spiegato:

“Vent’anni fa, all’inizio del 2000, le dieci maggiori aziende in Europa per capitalizzazione di mercato erano tutte società di telecomunicazioni e petrolifere, fatta eccezione per HSBC. Se spostiamo lo sguardo fino alla crisi del Covid, spariscono banche, petrolio o società di telecomunicazioni dall’elenco delle dieci big d’Europa.”

Nel corso del 2023 le Granolas hanno accumulato entrate per oltre 500 miliardi di euro e un incremento su base annua dell’8%. Questi dati spiegano in gran parte perché “le azioni europee hanno registrato buone performance nonostante il relativo PIL sia stato poco brillante”, ha spiegato Goldman Sachs.

Le undici imprese messe sotto la lente della banca d’affari hanno realizzato un guadagno medio del 15% nel 2023. Per fare un paragone di immediata comprensione, l’indice di riferimento lo Stoxx 600 nello stesso periodo è cresciuto del 5%. Da sole, le Granolas hanno contribuito per il 60% alla crescita complessiva dell’indice.

Più economiche delle Magnificent Seven

C’è un altro aspetto interessante che riguarda le Granolas: il rapporto prezzo/utili (P/E) è di 20 volte, mentre per le Magnifiche Sette è di 30 volte. In pratica le europee costano meno, con uno sconto del 30% rispetto alle americane.

Goldman riconosce anche che le imprese europee pagano un dividendo relativamente elevato agli azionisti. Per la precisione, paga in media il 2,5% , ben superiore a quello dello S&P 500, 1,5%, o delle M7, lo 0,3%.

Le previsioni per i prossimi anni restano ottimiste, i ricavi fino al 2025 per l’intero comparto potrebbero aggirarsi intorno al 7%.

Quali rischi devono affrontare le Granolas

Le maggiori imprese europee operano in ambiti diversificati, puntando su alcuni dei settori con maggior margine di sviluppo. I settori vanno dai servizi che tengono conto dell’invecchiamento della popolazione, i progressi nel comparto dell’intelligenza artificiale e la robotica, e il settore delle produzioni ESG (ambientale, sociale e governance).

I punti di forza sono gli alti dividendi già citati sopra ma anche le solide prospettive di crescita e la portata internazionale. Aspetto, quest’ultimo, che rappresenta anche un campanello d’allarme e una possibile fonte di rischio.

Operando sul mercato internazionale, dipendono in misura maggiore dai ricavi generati fuori dall’Europa. La componente estera dei ricavi pesa per l’80%, ben il 37% proviene dagli USA e un’eventuale rielezione di Trump potrebbe innescare tendenze protezionistiche. Situazione delicata anche in Cina dove le dinamiche macroeconomiche propendono per una tensione con l’Europa e non una collaborazione.

Quindi le complesse dinamiche del mercato globale e la sua suscettibilità rispetto alle fluttuazioni dell’euro potrebbero essere un elemento a sfavore nelle proiezioni che riguardano le migliori azioni europee.

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Giuliana Morelli

Giuliana Morelli

Dr.ssa Giuliana Morelli, con una Laurea Magistrale in Economia e Management, ha maturato una solida esperienza nel settore finanziario ed economico durante gli anni di lavoro come consulente aziendale. Nel 2010, ha intrapreso una nuova avventura fondando la sua società di consulenza, attraverso la quale offre supporto a imprese e individui nel navigare il complesso mondo degli investimenti e del trading.

La sua expertise si estende anche al vivace settore delle criptovalute, dove esplora l'intersezione tra trading tradizionale e tecnologie emergenti come la Blockchain. Giuliana collabora attivamente con diversi studi professionali ed è una figura di spicco in numerose iniziative legate a Fintech, Blockchain, nonché in vari incubatori e acceleratori di impresa.

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