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Tasse sulle criptovalute: a breve il voto sugli emendamenti in Italia

Giuliana Morelli

Inizia una settimana cruciale per il futuro della tassazione sulle criptovalute, con il dibattito sull’aumento dell’aliquota sulle plusvalenze previsto nella Manovra 2025 che tiene banco. La proposta di un incremento significativo ha scatenato forti reazioni nella community crypto e non solo, con molti che la considerano un ostacolo allo sviluppo del settore e un rischio per l’attrattività del mercato italiano verso gli investitori. 

La decisione imminente potrebbe avere un impatto duraturo non solo sul comportamento degli operatori, ma anche sulla competitività dell’Italia in un panorama globale sempre più orientato verso le tecnologie blockchain e dove un numero sempre crescente di investitori decide di guadagnare con le criptovalute oltre che con gli asset standard

Al voto la tassa sulle criptovalute

Le istituzioni italiane stanno adottando un atteggiamento in netto contrasto con quello degli Stati Uniti, dove Donald Trump ha promosso politiche favorevoli all’industria delle criptovalute. Tuttavia, la posizione dell’Italia non è isolata, in quanto anche molti paesi dell’Unione Europea, come la Francia, sembrano orientati a rafforzare la pressione fiscale sul settore crypto. 

Seppur con alcune eccezioni, come la Svizzera e la Repubblica Ceca, la tendenza generale in Europa sembra mirare a “spremere” il settore per massimizzare le entrate fiscali, suscitando preoccupazioni tra gli investitori e gli operatori del mercato.

Questa settimana, la commissione Bilancio è chiamata a votare sugli emendamenti che potrebbero modificare l’aliquota fiscale sulle plusvalenze crypto, portandola dal 26% al 42%. Paradossalmente, sono proprio i partiti di governo a cercare di ridurre questa stretta fiscale, proponendo misure alternative. 

Come riportato dal Sole24Ore, la Lega si sarebbe mostrata favorevole a limitare l’aumento dell’imposta al 28%, mentre Forza Italia spingerebbe per l’eliminazione del limite di esenzione sui guadagni inferiori ai 2.000 euro, cercando di alleggerire la pressione fiscale sulle criptovalute in Italia.

Quale può essere la strada da seguire

Stando a quanto riportano fonti accreditate, la proposta di Forza Italia, che mira a cancellare la soglia di esenzione per le criptovalute, sembra essere oggi la soluzione più probabile. 

Diversi i parlamentari, infatti, che sarebbero in prima linea nel tentativo di ottenere questa modifica, che eliminerebbe il limite attuale che esenta gli investitori con guadagni inferiori ai 2.000 euro dall’imposta sostitutiva. L’obiettivo è quello di rendere il sistema fiscale più omogeneo, ma la misura potrebbe scatenare nuove polemiche tra gli operatori del settore, preoccupati per l’ulteriore pressione fiscale.

Inoltre, l’emendamento recentemente proposto da Pella risponderebbe anche al “buco” burocratico evidenziato nei giorni scorsi, secondo cui l’attuale aliquota delle plusvalenze potrebbe essere applicata erroneamente al 12,5% invece che alla cifra prevista. 

Nonostante ciò, il Ministero dell’Economia stima che le cripto-attività contribuiscano già al Fisco con un ammontare di circa 27 milioni di euro all’anno. Tuttavia, i dati dell’Organismo per gli Agenti e Mediatori (Oam) suggeriscono una realtà ben diversa, con oltre 2,22 miliardi di euro detenuti da un numero significativamente più alto di investitori, con un saldo medio di circa 1.645 euro per investitore.

Come cambia il panorama italiano delle crypto

La proposta di riforma fiscale sulle criptovalute in Italia potrebbe portare a cambiamenti significativi nel panorama del settore, con impatti diretti sugli investitori e sull’intero ecosistema. Se la proposta di Forza Italia di eliminare la soglia di esenzione per i guadagni inferiori ai 2.000 euro dovesse essere approvata, gli investitori sarebbero obbligati a dichiarare ogni plusvalenza, aumentando la pressione fiscale sul mercato.

Inoltre, la corretta applicazione delle aliquote, come suggerito dall’emendamento di Pella, potrebbe risolvere problemi burocratici, ma al contempo, l’incremento delle imposte sostitutive potrebbe spingere molti investitori a rivedere la loro strategia, con la possibilità di un esodo verso giurisdizioni con una regolamentazione più favorevole. 

La riforma potrebbe quindi accelerare una riflessione più ampia sul futuro della blockchain e delle criptovalute in Italia, con potenziali effetti anche sulla competitività del paese nel contesto europeo e globale per quanto riguarda la possibilità concreta dei cittadini di investire in criptovalute.

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Giuliana Morelli

Giuliana Morelli

Dr.ssa Giuliana Morelli, con una Laurea Magistrale in Economia e Management, ha maturato una solida esperienza nel settore finanziario ed economico durante gli anni di lavoro come consulente aziendale. Nel 2010, ha intrapreso una nuova avventura fondando la sua società di consulenza, attraverso la quale offre supporto a imprese e individui nel navigare il complesso mondo degli investimenti e del trading.

La sua expertise si estende anche al vivace settore delle criptovalute, dove esplora l'intersezione tra trading tradizionale e tecnologie emergenti come la Blockchain. Giuliana collabora attivamente con diversi studi professionali ed è una figura di spicco in numerose iniziative legate a Fintech, Blockchain, nonché in vari incubatori e acceleratori di impresa.

Giuliana ha una passione per l'attualità, cosa che le permette di fornire ai lettori analisi puntuali e aggiornate sulle ultime novità del settore. Con una comunicazione chiara e precisa, mira a rendere il mondo del trading e degli investimenti comprensibile e accessibile a tutti, sia che si tratti di principianti o di investitori esperti.

All'interno del team gestisce con passione e dedizione il ramo relativo alle news, sia crypto che di finanza classica.