Notizie Le nuove regole italiane sui fornitori di servizi crypto Baldassare Poma Appassionato di Finanza, criptovalute e investimenti DeFi AGGIORNATO IL 9 Febbraio 2022 Iscriviti al nostro Canale Telegram per restare aggiornato sulle ultime notizie. Si tratta della novità che gli addetti del settore stavano aspettando da anni. Finalmente, sembrerebbe essere pronto il decreto italiano sui fornitori di servizi di asset virtuali (VASP: Virtual Asset Service Providers). Si tratta di un intervento che ha l’obiettivo di regolare i servizi offerti da aziende e individui riguardanti il mondo delle criptovalute. Con questo decreto l’Italia mostra la volontà di non ostacolare l’avvento delle criptovalute. La bozza del decreto era uscita nei primi mesi del 2018 e non era mai stata portata a compimento. Lo stesso decreto è stato approvato questa settimana da parte del Ministero dell’Economia ma deve ancora essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Quali sono i contenuti del nuovo intervento sui VASP? Vediamo tutto ciò che c’è da sapere nelle prossime righe. Decreto VASP: Quali novità contiene? Come anticipato, il decreto VASP è un intervento normativo molto atteso nel panorama giuridico italiano. Innanzitutto, questo decreto non introduce nessun tipo di requisito materiale ai fini della registrazione. Pertanto, non dovrebbe mettere i “bastoni tra le ruote” a chi offre servizi in questo ambito. Lo Stato italiano vuole rendere la vita dura a chi usa le criptovalute per traffici illegali, riciclaggio ed evasione fiscale. Tuttavia, prevede una serie di obblighi da tenere in considerazione. In particolare, l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori) si occuperà di cooperare con le altre autorità italiane trasmettendo loro dati e informazioni che sono in relazione al registro VASP. Quindi, sembra quasi che con il “Decreto criptovalute” si siano introdotte delle linee guida operative e degli interventi volti a rispettare gli obblighi antiriciclaggio italiani. La nuova normativa sarà applicata a qualsiasi tipologia di valuta virtuale che viene definita dalla legge italiana come: “Qualsiasi rappresentazione digitale di valore, non emessa o garantita da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta fiat, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi o a fini di investimento, e trasferita, custodita e negoziata elettronicamente”. Inoltre, i VASP dovranno anche rispettare gli obblighi di registrazione e di segnalazione introdotti nell’omonimo decreto. Leggi pureC+Charge avvia partnership con Recharge e apre al mercato EV in Corea – La prevendita termina in 6 giorni: $3,25 milioni raccolti Cosa è il registro VASP? Solamente i VASP (cioè le piattaforme exchange) che sono presenti nel registro potranno offrire i loro servizi in Italia. Pertanto, per le piattaforme che sono riconosciute come persone giuridiche sarà semplicemente necessario essere iscritti nel registro VASP e avere sede legale in Italia, oppure una filiale italiana nel caso di soggetti UE. Il compito dell’OAM è quello di istituire il registro entro 90 giorni dal momento in cui il decreto entrerà in vigore. I dati inclusi nel registro riguardano quelli di identificazione della VASP, numero di partita IVA, informazioni sul tipo di servizi offerti, indirizzo degli uffici fisici oppure del sito web. Inoltre, i VASP dovranno comunicare i dati identificativi dei clienti ogni 3 mesi ed emettere i dati relativi alle transazioni di ogni cliente. Secondo il nuovo decreto VASP, i servizi che queste società potranno offrire in Italia riguardano quelli strumentali all’utilizzo, scambio, emissione, trasferimento e compensazione di valute virtuali, servizi di wallet custodial e qualsiasi servizio strumentale legato alle valute virtuali. Iscriviti al nostro Canale Telegram per restare aggiornato sulle ultime notizie.