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Il token MANTRA crolla del 90% in 24 ore, piovono le accuse di rug pull

Laura Di Maria

Il token nativo del progetto blockchain MANTRA è crollato di oltre il 90% in un solo giorno. Subito si sono levate le voci di allarme da parte della community crypto che sospetta possa esserci sotto qualcosa di grosso.

Il 13 aprile, il prezzo di OM, la crypto nativa del progetto di tokenizzazione degli asset del mondo reale MANTRA, è passato da circa 6,30 dollari a meno di 0,50 dollari. Il crollo ha spazzato via oltre 6 miliardi di dollari dalla sua capitalizzazione di mercato in meno di 24 ore.

Il dramma si è compiuto durante il fine settimana cioè in un momento in cui l’attività di mercato era meno intensa ma ha avuto ripercussioni sull’intero ecosistema DeFi.

Alcuni trader hanno letto l’evento come un rug pull intenzionale e hanno visto gli inevitabili parallelismi con altri casi illustri di crac, come quelli di Terra Luna ed FTX.

Il CEO di MANTRA cerca di placare gli animi individuando la causa in una liquidazione improvvisa durante ore di scarsa liquidità

Diversi osservatori su X stanno facendo sentire la loro voce sull’accaduto. Il trader Gordon con un post ha denunciato il fatto che il team di MANTRA possieda una grossa fetta dell’offerta del token e che adesso il mercato “ha venduto tutto”. Ha definito l’evento “il più grande rug pull dai tempi di LUNA e FTX”, e ha messo in guardia i follower sulla possibilità che OM potrebbe “scendere a zero” se il team non reagirà rapidamente.

Il team di MANTRA ha negato le accuse di insider trading o di condotta scorretta. In una dichiarazione, il progetto ha attribuito il crollo a “liquidazioni sconsiderate” e ha affermato che i fondamentali principali del protocollo rimangono intatti. “L’attività di oggi è stata innescata da liquidazioni sconsiderate, non da qualcosa legato al progetto”, ha scritto il team su X.

JP Mullin, CEO e co-fondatore di MANTRA, ha dato ulteriori spiegazioni. Ha dichiarato che un importante whale di OM ha subito una liquidazione forzata su un exchange centralizzato, il che ha scatenato una serie di vendite a cascata. Mullin ha detto che le posizioni sono state chiuse all’improvviso e senza adeguati avvertimenti, per di più durante ore di scarsa liquidità nella sezione asiatica. Ha quindi rimpallato il problema agli exchange, accusandoli di negligenza nella gestione di questa grossa vendita, o addirittura di una deliberata manipolazione del mercato.

Mullin ha anche affermato che il sell-off non ha coinvolto il team centrale di MANTRA, la sua fondazione, i consulenti o gli investitori iniziali. “Questa vendita non è stata voluta dal team, dalla MANTRA Chain Association, dai suoi consulenti principali o dagli investitori di MANTRA che vendono token”, ha scritto su X.

Ora MANTRA si trova sotto la lente d’ingrandimento

Ran Neuner, noto osservatore del mondo crypto, ha contestato chi ha ipotizzato si sia trattato di un classico rug pull. “Non sto dicendo a nessuno di comprare, ma se non è un rug, questo non è un dump naturale”, ha detto, lasciando intendere che potrebbero esserci problemi strutturali ben più profondi.

MANTRA si occupa di tokenizzazione di asset del mondo reale e opera come una blockchain Layer 1 permissionless. La piattaforma punta soprattutto sulla tokenizzazione di immobili, infrastrutture e altri asset off-chain.

C’è da dire che il crollo di questa settimana mette in dubbio il suo futuro. Solleva anche forti dubbi su progetti con un’offerta di token concentrata in poche mani e una forte dipendenza dalla liquidità centralizzata.

C’è di più. Binance ha dichiarato su X che dalle sue analisi pare che l’incidente sia stato causato da liquidazioni cross-exchange.

Ha inoltre ribadito che la piattaforma ha attivato da gennaio un pop-up sulla sua pagina di trading spot per $OM. Questo avviso informa gli utenti dei principali cambiamenti nella tokenomic del token, incluso un forte aumento dell’offerta.

MANTRA ha annunciato che effettuerà un’analisi dettagliata dell’incidente. Per ora, OM continua a essere scambiato in forte perdita, mentre i trader aspettano chiarimenti.

Alternative ancora in fase di sviluppo per bilanciare il portafoglio

Questo tipo di incidente non è nuovo alla community crypto, abituata ai repentini cambiamenti degli assetti del mercato. Ma come contrastare l’effetto dirompente di un crollo di questa portata? La regola aurea resta sempre quella di diversificare il più possibile gli investimenti, allocando il capitale su progetti con diversi livelli di rischio.

solaxy tokenomics

I progetti in prevendita possono rappresentare una soluzione ideale per differenziare mentre ancora i prezzi di partenza sono bassi e il potenziale di crescita del progetto è massima. Una presale da tenere d’occhio è di certo quella di Solaxy (SOLX), la prima soluzione Layer 2 dedicata interamente a Solana.

In pochi mesi, i finanziamenti hanno toccato vette interessanti e da poco hanno superato il valore di 30 milioni di dollari. Una prova lampante della fiducia che il mercato accorda a questo progetto che potrebbe beneficiare in maniera strategica lo sviluppo di Solana.

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Laura Di Maria

Laura Di Maria

Laura scrive per il web dal 2006 e dal 2015 lo fa come professionista. Nel 2019 ha scoperto il mondo delle criptovalute e la blockchain ed è stato amore a prima vista. Da allora non ha più smesso di occuparsi di questo settore. Ha scritto oltre 600 articoli su finanza, crypto e Web3 per alcune testate online, per esempio cryptorobin.it e il suo canale YouTube, o per Financer.com, collaborando con vari progetti italiani e internazionali prima di approdare a Cryptonews Italia. Si interessa di digital marketing e intelligenza artificiale, ha due figli e cerca, senza successo, di estendere la durata delle giornata oltre le canoniche 24 ore. La trovi su Linkedin e Telegram.