Non è stata un inizio 2022 positivo per Bitcoin e le altre criptovalute. Negli ultimi giorni, ci sono stati due eventi responsabili del crollo del mercato delle cripto. Sarà una situazione con cui gli investitori dovranno convivere a lungo o è il miglior momento per investire in criptovalute?
In primis, le interruzioni elettriche in Kazakistan hanno causato problemi al mining di Bitcoin. In secondo luogo, la FED è intervenuta e, come spesso accade, i risultati sono stati davvero disastrosi. Vediamo in maniera più dettagliata cosa è successo nelle scorse ore e qual è la situazione per le criptovalute più importanti.
Dimissioni governo Kazako e hashrate di Bitcoin giù
È stato un mercoledì piuttosto turbolento in Kazakistan. Il governo, a seguito delle proteste degli scorsi giorni, si è dimesso e ha chiuso i rubinetti a internet facendo crollare del 13,4% il tasso di hash (hashrate) della rete Bitcoin.
Tutti questi eventi hanno inferto un duro colpo all’attività di mining del Bitcoin e di altre criptovalute. Secondo quanto riferito da coinwarz.com, l’hashrate della rete Bitcoin è diminuito del 13,4% passando da 191 EH/s al secondo a 165 EH/s.
Nel 2021, in seguito al ban imposto dalla Cina, grazie ai suoi bassi prezzi dell’energia, il Kazakistan era riuscito ad attirare entità sia nazionali che estere per attività inerenti al mining di Bitcoin. Secondo dati recenti, l’elettricità nel Paese costa in media solo $0,055 per kWh per le aziende mentre negli Stati Uniti il prezzo è salito a $0,12 per kWh.
I disordini sociali che il Kazakistan ha vissuto sono da attribuire al forte aumento dei prezzi del carburante. Il governo kazako ha rimosso i limiti ai prezzi del gas che viene utilizzato in Kazakistan come carburante per le auto.
Ciò ha determinato un raddoppio del prezzo causando forti proteste per le strade e, ancora oggi, internet risulta essere inaccessibile in Kazakistan. Il governo si è dimesso ma non prima che Kazakhtelecom avesse chiuso internet facendo precipitare l’attività di rete al 2%.
L’intervento della FED: cosa è successo?
Ma non è solo il Kazakistan ad aver inciso sul crollo delle criptovalute. Mercoledì è stato un giorno nero per Bitcoin e compagni dopo la riunione della Federal Open Market Committee ha mostrato l’intenzione di allontanarsi dalla sua attuale posizione monetaria espansiva, aumentando i tassi e riducendo il bilancio di 8,67 trilioni di dollari.
Ciò ha determinato delle conseguenze importanti. Ad esempio, Bitcoin è sceso di circa l’8% fino a quota $42.645, mentre Ethereum ha subito un calo del 6,56% raggiungendo il valore di 3.526 $.
Le altre criptovalute che hanno subito conseguenze negative sono Solana (-9,3%), Terra (-8,6%), Polygon (-9,5%), Dogecoin (-7,2%), Shiba Inu (-8%).
Nonostante molti sostenitori delle criptovalute pensino che Bitcoin possa essere usato come strumento contro l’inflazione, la criptovaluta ha subito delle perdite ai livelli di altri asset a rischio elevato come le azioni. Anche se le “balene” continuano a comprare Bitcoin e ad accumulare Shiba Inu e altre criptovalute strategiche.
Infatti, mercoledì gli indici azionari statunitensi hanno chiuso in ribasso. Stiamo parlando del Dow Jones Industrial Average (-1,1%), S&P 500 (-1,9%), il Nasdaq Composite Index (-3,34%). Le decisioni della Fed hanno regalato il peggior inizio d’anno solare dai tempi della crisi finanziaria del 2008
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