No, questa volta non si tratta assolutamente di complotti e di segreti di Stato, anzi. La CIA lo ha ammesso in prima persona: ci sono progetti di criptovalute che stanno seguendo direttamente e che sono iniziati durante l’amministrazione Trump.
Questa notizia viene data, infatti, dallo stesso direttore della CIA, Williams Burns. Secondo quanto riferito da Burns, la CIA è coinvolta in una serie di progetti basati sulle criptovalute. Continua a leggere le prossime righe per capire di quali progetti stiamo parlando e di come la CIA abbia mosso i suoi primi passi in questo campo.
Quali sono i progetti della CIA nelle criptovalute?
La notizia è iniziata a circolare a partire dall’ammissione avvenuta durante il Summit organizzato dal Wall Street Journal. Il direttore della CIA ha risposto ad una serie di domande per poi toccare l’argomento degli attacchi ransomware.
Si tratta di una minaccia molto seria che ha determinato conseguenze anche nella vita di tutti i giorni. Un esempio? L’attacco informatico subito dal gasdotto Colonial Pipeline. Ciò ha fatto sì che gli USA riflettessero sui metodi di protezione e di indagine per questi crimini e hanno deciso di parificarli a quelli adottati in caso di terrorismo.
Tuttavia, i progetti sulle criptovalute non sono partiti con la persona di William Burns. Sembrerebbe essere stata Gina Haspel ad iniziare l’interesse della CIA per le valute digitali, sotto l’amministrazione di Donald Trump per attenzionare i movimenti e le transazioni sulle migliori piattaforme di criptovalute.
Secondo quanto riferito dallo stesso Burns, infatti: “Il mio predecessore aveva dato il via a tutto ciò, e aveva avviato una serie di progetti diversi incentrati sulle criptovalute. Cercando di osservare anche le conseguenze di secondo e terzo ordine, e collaborando con altri colleghi in altre posizioni governative a raccogliere informazioni solide anche su ciò che stiamo vedendo ora”.
In che modo la blockchain può garantire la sicurezza?
Da queste parole, si capisce perfettamente come la CIA e, probabilmente, anche altre istituzioni statunitensi, abbiano messo le mani in un fenomeno sempre più diffuso in tutto il mondo. Per questo, l’attenzione agli investimenti e alle piattaforme exchange è davvero alta per garantire la massima sicurezza nazionale.
L’attuale capo della CIA pensa che l’utilizzo delle criptovalute possa essere un modo per contrastare i crimini inerenti, ad esempio, agli attacchi informatici. Questo perché, nella maggior parte dei casi, i criminali utilizzano proprio queste reti per le loro attività.
Ovviamente, ad oggi non sappiamo quali sono i progetti che la CIA sta portando avanti nel settore delle criptovalute. Tuttavia, sembrerebbe che venga utilizzata la tecnologia della blockchain per garantire una maggiore sorveglianza. In che termini? Ancora non è dato sapere.
In seguito alle parole di Burns, è tornata in campo un’altra diceria che potrebbe piacere molto agli amanti dei complotti e dei misteri: sembrerebbe che Satoshi Nakamoto sia un’identità fittizia creata dalla CIA. Vero o falso che sia, l’unica cosa di cui siamo certi è che le cripto fanno sempre più parte del mondo “reale”.
Domande e Risposte (0)