Produrre Bitcoin dall’idroelettrico – Una realtà italiana

Davide Marroccoli

Esperto in mercati e finanza


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Devi sapere che l’Italia è uno dei paesi d’Europa più ricco di fiumi e di laghi. Ecco perché l’energia idroelettrica è tra le più sfruttate del nostro Bel Paese. Secondo quanto studiato da Francesca Failoni e Francesco Buffa, l’energia prodotta dai bacini idroelettrici può produrre criptovalute come Bitcoin. Ma come? 

Secondo una delle ultime scoperte, l’energia prodotta in questo modo può essere utilizzata per generare Bitcoin e criptovalute, in generale. Abbiamo approfondito la questione nelle prossime righe!

Bitcoin tra le vette delle Alpi

Possono due ventenni produrre Bitcoin attraverso energia idroelettrica? Sembrerebbe di sì. Francesca Failoni e Francesco Buffa provengono da studi economici e hanno captato il trend sempre più crescente di Bitcoin & co. Pertanto, hanno deciso di studiare Blockchain e di utilizzare i centri di calcolo presenti nelle loro centrali idroelettriche, creando Alps Blockchain

I numeri di Alps Blockchain

Attualmente, ci sono 18 centri di produzione di energia idroelettrica che vengono utilizzati per produrre criptovalute. Per alimentare i calcolatori viene utilizzata dal 30% al 70% dell’energia prodotta. Tuttavia, l’aumento delle entrate si attesta al 100%. L’obiettivo dei due imprenditori è quello di arrivare ad un numero di centrali pari a 32 entro la prossima estate. 

Si tratta di un progetto ambizioso ma che potrebbe essere portato a termine proprio con i guadagni ottenuti dalla produzione delle criptovalute. 

Bitcoin e ambiente: Quale connubio? 

Ci si è sempre domandati se le criptovalute potessero essere alleate o meno dell’ambiente. Spesso si è discusso come comprare Bitcoin fosse troppo dispendioso in termini di energia e se ci fosse un modo più “green” per sostenere la blockchain di BTC. 

In ogni caso, attraverso l’energia idroelettrica, questa domanda ha finalmente una risposta: sì, Bitcoin può essere sostenibile. Infatti, quella idroelettrica è una tipologia di energia che è erogata in forma continua a differenza di quanto avviene per altre energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico. 

Pertanto, ecco che avviene il connubio perfetto. Bitcoin può essere un’alleata importante per lo sviluppo sostenibile perché caratterizzata da due sorgenti: una di corrente e l’altra di guadagno. 

Tuttavia, sembra che l’idea dei due imprenditori sia una mosca bianca in un panorama che di sostenibile ha davvero poco. Come detto, i dubbi nascono in merito al fabbisogno di energia di Bitcoin, pari a 150 TWh. Per intenderci, un fabbisogno di questo tipo è circa la metà di uno Stato come l’Italia.

Quindi, il rischio è che le criptovalute potrebbero monopolizzare il mercato dell’energia. Questa analisi è stata rilevata da parte del professor Bruschi, attualmente in carica all’Osservatorio Blockchain e docente al politecnico di Milano. 

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Davide Marroccoli

Esperto in mercati e finanza

Umanista con una forte impronta scientifica, il mio percorso professionale si è orientato verso il mondo della scrittura: da quella creativa a quella per il web. Appassionato di cinema, letteratura ed economia, cerco nel mio piccolo di fare informazione trasparente.

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Ci sono 2 commenti per questo articolo
  1. Gianpietro Pacinotti 3 Dicembre 2021 11:46

    A me sembra un nonsense: se avessimo un surplus di energia allora avrebbe senso ma il nostro Paese ne compra dall’estero! Sottrarne alla fonte una parte per produrre cripto è assolutamente antietico se fatto a livello statale. Se invece uno si vuol fare la sua centrale privata per il bitcoin ok meglio se idroelettrica, ma privata in senso stretto

    • Balduccio Poma 3 Dicembre 2021 13:50

      Concordo, purtroppo la gestione di queste centrali è privata. Anzi alcune di esse erano pure state abbandonate!

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